Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera ed esponente del Partito Democratico, ha ribadito, in queste ultime ore, le sue proposte in merito alla riforma del sistema previdenziale italiano. Gli argomenti ripresi sono stati diversi: Quota 100, con la quale i lavoratori potrebbero andare in pensione al raggiungimento di questo valore, dato dalla somma tra età anagrafica e anni di contribuzione versati; Quota 97, sistema che renderebbe l'attuale normativa ancora più flessibile con la possibilità di andare in pensione anticipata a 62 anni di età e 35 anni di contributi; Quota 41, per tutti i lavoratori precoci che potrebbero usufruire della possibilità di lasciare il lavoro con 41 anni di contribuzione.
Allo stesso tempo, ci sono delle perplessità su quanto è stato proposto dal Presidente dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps), Tito Boeri, il quale propone un reddito minimo per tutti quei lavoratori che hanno perso il lavoro, che hanno un'età compresa tra 55 e 65 anni. Altra notizia di cui si parla insistentemente è quella relativa al prepensionamento a 57 anni collegata alla richiesta di proroga del provvedimento opzione donna con metodo contributivo, per la quale si è organizzata una class action (di 500 lavoratrici) che ha visto, in questi giorni, la presentazione di un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio.
Questa opzione dà la possibilità, a tutte le lavoratrici, di lasciare il lavoro a 57 oppure 58 anni (dipende dall'attività lavorativa svolta), purchè abbiano versato 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2015. Il calcolo dell'assegno pensionistico sarà effettuato con il meno conveniente metodo contributivo. Alla stregua di quanto potrebbe avvenire per le donne lavoratrici, si pensa di applicare questa norma a tutti gli altri lavoratori dando la possibilità a tutti di usufruire del prepensionamento, così come evidenziato dal sito web pensionioggi.it.
Non ci resta che aspettare le prossime mosse dell'Esecutivo che avverranno nei prossimi mesi.