Continuano le feroci polemiche del mondo della Scuola contro la riforma che sta avanzando inesorabilmente nelle aule parlamentari: i docenti hanno scelto, nelle ultime ore, la protesta 'social' con i flash mob indirizzati alle pagine Facebook di Matteo Renzi e del Partito Democratico, indicando chiaramente la loro intenzione a non dare più il voto all'attuale maggioranza. L'intenzione non è solo quella di sensibilizzare il governo ad ascoltare le richieste degli insegnanti, ma soprattutto quella di esprimere la propria indignazione verso un comportamento, giudicato anti-democratico, a dispetto del nome del partito.

Intanto, cerchiamo di fare un po' più di chiarezza sul testo che ha superato l'esame della VII Commissione Cultura e che, con tutta probabilità, dovrà essere votato alla Camera entro il prossimo 19 maggio. Concentreremo la nostra attenzione, in questo articolo, su uno dei punti più 'spinosi' della Riforma della Buona Scuola, ovvero i famosi 'super poteri' conferiti ai presidi: qualche cambiamento, seppur di lieve entità, è stato apportato. Vediamo di cosa si tratta.

Chiamata diretta docenti: i presidi dovranno farsi 'guidare' dal Comitato per la valutazione 

Nulla cambia per quanto riguarda la figura del cosiddetto 'preside manager' che procederà all'assunzione dei docenti attraverso la chiamata diretta dagli elenchi degli albi territoriali che avranno un'estensione sub-provinciale. Secondo quanto illustrato dall'onorevole Francesca Puglisi, i presidi, però, non sceglieranno a proprio piacimento ma saranno 'indirizzati' dal Comitato per la valutazione dei docenti che indicheranno al preside come individuare il personale adatto per l'esigenze dell'istituto secondo tre principali indicatori: la qualità professionale, i risultati che sono stati ottenuti dall'insegnante sul piano delle metodologie didattiche e le responsabilità del docente in fase di coordinamento organizzativo e nella formazione del personale.

Una delle novità della riforma Renzi-Giannini è costituita dal fatto che i neoassunti e i docenti 'premiati' dovranno superare l'esame dei colleghi oltre a quello dei genitori e degli studenti, visto il Comitato di valutazione sarà composto, oltre che dal preside, da due docenti e da due genitori: nella scuola superiore, potrà esserci anche uno studente al posto di uno dei due genitori.

Maggiori responsabilità, quindi più soldi ai presidi

Se da una parte si è cercato di rendere meno 'Superman' e più 'terreni' i dirigenti scolastici, dall'altra la riforma della scuola concederà ai presidi degli indubbi benefici sul piano stipendiale, perchè sia per l'anno 2016 (46 milioni) che per il 2017 (14 milioni) è previsto lo stanziamento di denaro da corrispondere nella retribuzione a titolo di una tantum. Infine, il preside potrà essere 'aiutato' a svolgere i propri compiti, potendosi avvalere della collaborazione di un numero di docenti pari ad un massimo del dieci per cento dell'organico: in precedenza, invece, si era parlato di tre soli docenti.