Se si dedica una vita (sessant'anni!) ad un partito, viene logico pensare che di quel partito si conosca davvero tutto o quasi. E' il caso di Adriana Lodi, personaggio molto conosciuto soprattutto a Bologna dove fu Assessore al comune emiliano dal 1964: fu lei, insieme al sindaco Giuseppe Dozza, ad aprire i primi asili nido nella città felsinea e in Italia. 
Basti pensare che nel nostro Paese non esistevano ancora strutture simili, ma Adriana Lodi andò personalmente in Svezia per conoscere quella nuova realtà, aprendo poi nel 1969 il primo asilo nido, il Patini. 

Adriana Lodi: 'Basta con il PD, non è più il mio partito'

Possiamo dire, dunque, che Adriana Lodi faccia davvero parte, a buon titolo, della storia della sinistra, se si tiene conto che la prima tessera al Partito Comunista Italiano venne da lei sottoscritta nel 1948: la sua carriera in Parlamento durò 23 anni, a partire dal 1969. 
Quest'anno, Adriana Lodi, a 82 anni, ha deciso di non rinnovare più la tessera del Partito Democratico e dubita di ritornare sui suoi passi in futuro. Il suo è un profondo disagio, lo ammette, perchè non essere più iscritta a quel partito, dopo tanti anni di vita spesi a lottare per certi valori, fa male. 'Non mi ritrovo più nelle idee - confessa Adriana Lodi - il Pd non è più il mio partito'.

'La scuola pubblica va difesa senza se e senza ma'

Naturalmente, Adriana Lodi sta seguendo i lavori parlamentari in merito al DDL Buona Scuola e, proprio per questo, confessa tutta la sua rabbia. La 'mamma degli asili nido' non è d'accordo con il progetto renziano, 'fa fatica a capire certe prese di posizione. La scuola non è mai caduta così in basso ed è soprattutto quella pubblica che bisogna difendere senza ma e senza se'.
Adriana Lodi ritiene che l'Onorevole Francesca Puglisi (che tra l'altro è sua concittadina) stia facendo dei discorsi insostenibili: il tanto conclamato sostegno alle paritarie non la convince, anche perchè è la scuola pubblica a rimanere la scuola più democratica, perchè è 'la scuola di tutti'.
Inutile negare che i cambiamenti siano necessari per arrivare ad una scuola più moderna, ribadisce Adriana Lodi, ma la scuola statale e comunale resta la più importante.