Anche se Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento in un'intervista al Sole 24 Ore ostenta sicurezza sulle riforme e sui rimborsi decisi dal governo - non c'è altro da commentare, la Corte Costituzionale si è pronunciata, i pensionati non sono dello stesso avviso. Danno un'interpretazione diversa della decisione della Consulta. I rimborsi sono insoddisfacenti ed inadeguati, ma anche non rispettosi della sentenza dell'Alta Corte.

Possibili nuovi ricorsi alla Consulta sui rimborsi decisi dal Governo

Una pioggia di critiche, dunque, si è abbattuta sul governo e sulle decisioni prese per il rimborso delle mancate indicizzazioni decisa dalla Consulta, bocciando una parte della legge Fornero proprio per quel che concerne il blocco delle rivalutazioni delle Pensioni.

Sindacati e associazioni dei consumatori ma anche i rappresentanti di categoria dei dirigenti hanno espresso la loro contrarietà nei confronti del rimborso parziale deciso dal Governo. Secondo la leader della Cisl Anna Maria Furlan, il decreto "restituisce in media solo un sesto degli arretrati". Anche la Uil è sulla stessa lunghezza d'onda. Per Carmelo Barbagallo, anzi aggiunge che le decisioni del Consiglio dei ministri "non rispondono a nessuna delle indicazioni contenute nella sentenza". Per il Codacons il meccanismo studiato dal governo è "incostituzionale" perché risarcisce solo parzialmente i pensionati rispetto a quanto invece dovuto. La linea che si sta quindi profilando è quella di nuovi ricorsi alla Consulta.

Tutti si dimostrano agguerriti e disposti ad andare avanti con altri ricorsi.

Insomma da parte del governo c'è da stare svegli. Le pensioni non fanno dormire sonni tranquilli , questo si sa. Il sistema previdenziale italiano si basa su leggi rigide non più attuali ed attuabili. Il governo lo sa bene. Tanto che lo stesso ministro Padoan ha aperto al confronto sul tema della flessibilità in uscita nella finanziaria 2016.

Questione che troverebbe consenzienti buona parte del parlamento ma anche degli stessi sindacati su proposte come quelle formulate dal presidente della commissione lavoro della Camera Cesare Damiano. In particolare la "quota 100" (somma dell'età anagrafica e anni di contributi versati) o pensionamento a 62 anni con piccole penalizzazioni fino al raggiungimento dei requisiti previsti dalla normativa vigente. Si tratta solo di decidere.

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