Blocco scrutini: prosegue la protesta degli insegnanti impegnati con tutte le forze in azioni volte a bloccare l'iter parlamentare del DDl la "Buona Scuola". Grazie ad un accordo intersindacale stipulato tra Cobas - promotori dello sciopero - Unicobas, Uil, Cisl e Gilda, oltre l'80% degli insegnanti pugliesi degli istituti di secondo grado ha aderito al "blocco degli scrutini". L'ennesima protesta del mondo della scuola per far valere le proprie ragioni e mostrare apertamente l'opposizione di docenti e sindacati alla riforma voluta fortemente dal Governo Renzi.

I docenti pugliesi, unitamente a quelli di tante altre Regioni italiane, raggiungono una percentuale altissima, oltrepassando la soglia del 90% degli scrutini bloccati. Una percentuale che arriva al 100% nel Liceo scientifico Scacchi di Bari e al Fermi dove si registrano due giorni pieni di blocco. Salteranno, dunque, le pagelle di circa duecento mila classi della provincia di Bari. La contestazione nelle scuole dell'infanzia, invece, è stata prevista in modo differente: uno sciopero di un'ora e mezzo ad inizio e fine turno di servizio di maestri e personale Ata. Naturalmente restano esclusi dal blocco degli scrutini le classi terminali per le quali devono essere garantiti gli scrutini in vista degli esami finali.

La norma stabilisce che le operazioni di scrutinio che non siano effettuate, dovranno essere rinviate entro il terzo giorno successivo. Ad ogni buon conto, in Puglia, sabato è in programma un incontro con il neo Presidente Michele Emiliano proprio per discutere della riforma della scuola.

Bisogna tuttavia precisare che gli insegnanti che hanno aderito sia allo sciopero del 5 maggio, sia al blocco degli scrutini, non negano la necessità di riformare la scuola, ma chiedono che le riforme siano avviate solo dopo aver preso in considerazione le proposte di chi, come i docenti, vive la scuola tutti i giorni.

Tale volontà è dimostrata dal fatto che in Parlamento è depositata, già dal 2 agosto scorso, una legge di iniziativa popolare c.d. "norme generali sul sistema educativo di istruzione statale nella scuola di base e superiore" della quale il Governo non ha tenuto minimamente conto nel DDL la Buona Scuola.