Un detto un poco approssimativo dice che "Al peggio non c'è mai fine", ecco come può essere riassunto il progetto politico degli ultimi governi sul settore pubblico, da quando questi stanno riformando a casaccio temi che richiedono preparazione e valutazioni non approssimative.
C'è di positivo che a tempo debito interviene la Corte Costituzionale e dichiara incostituzionali, come già sta facendo e ha fatto in passato, molte di queste norme che scardinano principi sacrosanti e irrinunciabili.
Così il governo Renzi ha preso di mira, il contratto collettivo, una conquista dopo anni di schiavismo e sottomissioni dell'operaio e del lavoratore visto come soggetto inerme costretto a subire i capricci del datore di lavoro.
Con la Riforma presentata la contrattazione rischia di essere mandata in pensione, da una classe politica che sembra solo capace di creare caos nel mondo del lavoro.
Se dovesse essere approvata la Riforma della scuola, in futuro, si potrà regolare tutto il rapporto di lavoro dei docenti e del personale Ata con dei decreti legislativi, regolamentando come meglio si ritiene opportuno: orari di lavoro, permessi e assenze, nonché le retribuzioni.
Sicuramente questo particolare è passato in secondo piano in questi mesi, perché i docenti hanno avuto altre gatte da pelare, fatto sta che cancellando la contrattazione collettiva il governo può introdurre condizioni peggiorative del rapporto di lavoro ecco cosa preoccupa le organizzazioni sindacali.
Nel 2009 si era iniziato questo processo di destrutturazione del potere contrattuale della contrattazione collettiva, con la possibilità di derogare le norme contenute in esso con legge, difatti, con il decreto legislativo 150/2009 ha disposto la sostituzione delle clausole contrattuali con legge in caso queste siano difformi a norme di natura legislativa.
Il governo attuale viene accusato, in altri termini, di volersi impadronire della possibilità di modificare tutta la normativa che regola il rapporto di lavoro nel pubblico impiego, Scuola inclusa. I sindacati, che sono stati accusati spesso, anche dai lavoratori, di essere venduti e di agire sottobanco, stanno predicando da mesi che con il decreto legislativo di Riforma della scuola il governo ottiene una delega in bianco sulla materia del lavoro, a cui potrebbe seguire la cancellazione delle tutele contrattuali, ecco perché stanno mettendo in atto scioperi e manifestazioni.
Un'idea di Riforma del settore pubblico che non ha una ragionevole motivazione, non ha senso e non se ne comprende l'utilità, anche perché i problemi del paese non si risolveranno colpendo il pubblico impiego, che da anni sono i primi in Italia a pagare la crisi perdendo in tanti casi il lavoro e un futuro e nonostante ciò la ripresa del paese non sembra vicina.