Qualche giorno fa, durante l'audizione che si è tenuta alla Camera, Tito Boeri, presidente dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), ha dichiarato, attraverso un'analisi approfondita, i possibili costi degli eventuali piani di pensione anticipata, tra i quali quello della cosiddetta Opzione Donna. 'Per quanto riguarda le lavoratrici, considerando le interruzioni di carriera, il criterio relativo ai 35 anni di contributi versati è molto restrittivo. I requisiti da adottare per loro devono essere stringenti, altrimenti si rischia che la platea delle interessate diventi limitata'.

Tra le altre cose, Boeri ha anche evidenziato che la regola prevista per l'Opzione Donna potrebbe essere applicata anche per gli uomini, confermando che il conteggio contributivo degli assegni pensionistici è quello più sostenibile per le casse dello Stato.

Sembra che il Ministero del Lavoro sia favorevole alla proroga dell'Opzione Donna

Intanto, Ornella Armiliato, una delle promotrici del Comitato Opzione Donna, class action organizzata per protestare contro le decisioni del governo, ha messo in evidenza che 'quanto dichiarato dal ministro Poletti durante l'audizione del 3 giugno scorso, è un importante passo in avanti sulla strada della nostra vicenda'. Armiliato continua con le sue dichiarazioni affermando che 'le dichiarazioni del presidente Inps Tito Boeri e del Dott.

Crudo in audizione mettono in evidenza che le posizioni dell'Istituto di Previdenza ormai sono abbastanza chiare a favore del regime sperimentale'.

L'ostacolo fondamentale, però, risulta essere il Ministero dell'Economia

L'ostacolo fondamentale, però, risulta essere il Ministero dell'Economia con Pier Carlo Padoan piuttosto contrario ad ogni forma di flessibilità con prepensionamenti che possano pesare sulle casse dello Stato.

Lo stesso Padoan, in questi ultimi giorni, secondo quanto riportato dal sito internet pensionioggi.it, ha proposto un sistema di prepensionamento con penalizzazione: i lavoratori che dovessero accettare questo eventuale sistema dovrebbero rinunciare ad una mensilità del proprio assegno pensionistico.