Continua la discussione sulla riforma del sistema pensionistico italiano. La settimana appena trascorsa ha visto il susseguirsi di dichiarazioni da parte di diversi esponenti politici, i quali ribadiscono all'unisono la necessità di rendere più flessibile il nostro sistema previdenziale, tramite un abbassamento dell'età pensionabile. Il governo Renzi si trova, così, a decidere come comportarsi con le varie proposte giunte sul tavolo del premier.
Boeri favorevole al calcolo contributivo degli assegni pensionistici per tutti i lavoratori
La proposta di Tito Boeri mira ad introdurre la flessibilità nel sistema pensionistico tramite norme che prevedono il calcolo contributivo per tutti i trattamenti pensionistici.
Questo, allo scopo di rendere questa flessibilità sostenibile per le casse dello Stato. 'Le Pensioni di tutti quei lavoratori che vogliono lasciare il lavoro prima del raggiungimento dei requisiti devono essere più basse. Se questo non si facesse, il costo di questo nuovo sistema si trasferirebbe alle generazioni future'. Favorevoli a quanto proposto da Tito Boeri, sia Padoan che Poletti. Intanto, Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, non è affatto d'accordo sull'idea portata avanti da Boeri.
Quota 41 dovrebbe essere la soluzione migliore per i lavoratori precoci
Così continua il dibattito sulla pensione anticipata dei lavoratori precoci, cioè quelle persone che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni.
La proposta di legge presentata da Damiano mira a far andare in pensione tutte quei lavoratori che, indipendentemente dall'età, raggiungono i 41 anni di versamenti contributivi. Questa idea dovrebbe interessare quelle persone che, prima del compimento dei 19 anni di età, abbiano maturato almeno un anno di contribuzione. Proprio per i precoci, l'applicazione di un sistema Quota 97 oppure Quota 100 risulterebbe essere molto penalizzante dato che, il loro assegno pensionistico, potrebbe avere una penalizzazione che potrebbe raggiungere anche l'8 percento.