Il presidente dell'Inps Tito Boeri scarta l'ipotesi di pensione anticipata formulata dai democratici Cesare Damiano e Pier Paolo Baretta: la possibilità di uscire dal mondo del lavoro prima rispetto all'età prevista per la pensione di vecchiaia rinunciando ad una parte dell'assegno pensionistico pari al 2% per ciascun anno di anticipo è troppo costosa per le casse dello Stato italiano.

Pensione anticipata con penalizzazione 2-8%, i motivi della bocciatura di Boeri

Infatti, questa misura arriverebbe a costare 8 miliardi e mezzo di euro, come ha affermato lo stesso Boeri nell'audizione alla Camera, ai quali dovrebbero aggiungersi altri 10 miliardi e seicento milioni per l'altra misura, quella che è stata chiamata la "Quota 100", risultante dalla somma matematica tra l'età anagrafica e gli anni di contributi.

Non è la prima volta che il presidente dell'Inps interviene a gamba tesa su una proposta di riforma delle pensioni: anche l'altra proposta della staffetta generazionale, ovvero l'andare anticipatamente in pensione lasciando il posto di lavoro ad un giovane, ha ricevuto il netto rifiuto di Boeri.

Tuttavia, qualunque proposta di riforma non può che partire, secondo Boeri, dalla constatazione che è necessario procedere per il calcolo dell'assegno pensionistico con il sistema contributivo, ovvero sugli anni di contributi effettivamente versati, abbandonando il sistema retributivo basato sulla media degli ultimi stipendi percepiti durante il periodo lavorativo.

Rimborso pensioni, il Governo conferma il 2,6% deficit/pil

Sul fronte del rimborso delle pensioni derivante dalla sentenza della Corte Costituzionale per la mancata rivalutazione degli assegni del 2012 e 2013, il Governo ha confermato che il pagamento di rimborsi non modificherà il rapporto deficit-Prodotto interno lordo: confermata, dunque, la percentuale che rimarrà del 2,6%.

Ma proprio in virtù delle conseguenze della sentenza della Consulta e delle polemiche per l'assenza di comunicazioni tra la Corte Costituzionale ed il Ministero dell'Economia che è stata depositata la proposta di legge a firma dei piddini Paolo Guerrieri e Linda Lanzillotta che prevede che la Consulta possa chiedere informazioni e stime all'Ufficio parlamentare di bilancio. Inoltre, la proposta prevede che vengano pubblicati i nomi dei giudici avversi alla sentenza.