Non accenna a fermarsi lo scontro verbale tra due esponenti cardine della riforma Pensioni del 2015: stando alle notizie sulle pensioni di oggi 13 giugno, il presidente dell'Inps Boeri e il presidente della commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, continuano ad avere posizioni diametralmente opposte sulle soluzioni da adottare per l'uscita anticipata dal mondo del lavoro. Le ultime dichiarazioni di Boeri, che ha ancora una volta parteggiato per un calcolo contributivo come soluzione, hanno bocciato di fatto il sistema di quote (quota 97 e quota 41 per i precoci) proposto dal Ddl 857 dell'esponente dei Dem.

La risposta di Cesare Damiano non si è lasciata attendere, e dalle pagine de Il Giornale, arriva la controffensiva.

Pensioni oggi 13 giugno 2015: ultime notizie, Damiano risponde a Boeri su Quota 97

Parole semplici e nette, che non lasciano nulla all'immaginazione quelle di oggi sulle Pensioni da parte di Damiano: "Sono totalmente contrario a un ricalcolo con il sistema contributivo così come sono contrario all'idea di inquietare quindici milioni di pensionati per il solo fatto che sono andati in pensione con il retributivo". Per Cesare Damiano la soluzione migliore, soprattutto dal punto di vista dei lavoratori e non soltanto da quello dei conti economici e delle coperture finanziarie resta quella della quota 97 che prevede l'uscita anticipata a 62 anni di età e 35 di contributi, con il 2% di penalizzazione dell'assegno per ogni anno di anticipo (massimo 4 anni e 8%).

Questa soluzione sarebbe meno onerosa della quota 100 e soprattutto permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione senza tagli pesanti all'assegno.

Riforma Pensioni, ultime news oggi 13 giugno: Boeri, opzione donna estesa a tutti?

Gli schieramenti sono ormai netti, e in contrapposizione con Damiano e la sua quota 97 c'è l'Inps con la proposta di Tito Boeri di utilizzare il sistema contributivo per l'uscita anticipata.

Boeri ha spiegato che la quota 97 potrebbe costare fino a 8 miliardi di euro (addirittura 10 miliardi la quota 100), mentre il sistema di ricalcolo contributivo sarebbe più vantaggioso per lo stato. La proposta potrebbe esser quella di estendere l'opzione donna ( 57 anni e 3 mesi e 35 di contributi, ma con ricalcolo interamente contributivo) anche agli uomini, ma con requisiti più alti.

Ora spetterà al Governo, preso tra due fuochi, decidere come muoversi e trovare una soluzione che possa esser poco penalizzante per i lavoratori, ma che non impatti troppo sulle finanze... Ce la faranno? Fateci sapere la vostra nei commenti e cliccate segui per esser aggiornati con le ultime notizie sulle pensioni!