Forti della sentenza della Consulta, che ha dichiarato illegittimo il blocco dei contratti statali, i lavoratori del pubblico impiego hanno partecipato a un sit – in davanti alla sede del ministero della Funzione pubblica, seppur non riuscendo a incontrare il ministro Madia, che ha rifiutato di vederli. Da molto tempo i lavoratori chiedono l’istituzione di un tavolo di lavoro dedicato, al fine di discutere sul rinnovo dei contratti e sulle modifiche da apportare alla riforma della Pubblica Amministrazione, a loro avviso da modificare integralmente.
I sindacati del pubblico impiego CGIL, CISL e UIL, hanno asserito che fino a quando il Governo non darà risposte concrete alle loro rivendicazioni in materia di contratti e di riforme, continueranno la mobilitazione, che culminerà con la proclamazione di uno sciopero generale nel prossimo mese di settembre.
La manifestazione di protesta
Nella manifestazione di ieri, oltre al leader della CGIL Susanna Camusso, e a Carmelo Barbagallo, segretario generale della UIL, erano presenti anche Nichi Vendola di Sinistra e Libertà, con il capogruppo alla Camera Arturo Scotto e Stefano Fassina. Il blocco dei contratti dura da oltre sei mesi, mentre dalla dichiarazione d’illegittimità della Corte Costituzionale, essendo passato oltre un mese, il Governo è rimastoinsensibile alle richieste dei lavoratori del comparto pubblico.
Dura la presa di posizione di Rossana Dettori, leader della Fp – CGIL, che dipinge lo Stato come il peggior datore di lavoro, che calpesta la Costituzione invece di garantirla.
Oltre a confermare che la mobilitazione non cederà nemmeno di un passo, la Dettori dichiara che le proteste proseguiranno fino a quando il Governo non darà risposte chiare e concrete.
Inoltre, confermando lo sciopero generale dei lavoratori pubblici in programmazione per il mese di settembre, critica duramente il ministro Madia, ritenendo inaccettabile il suo rifiuto a incontrare i dirigenti sindacali portatori delle istanze dei cittadini, promettendo che il mese di settembre sarà molto 'caldo' per tutto il paese.
Il rilancio del settore pubblico
I sindacati asseriscono che il rinnovo dei contratti è parte fondamentale del rilancio dei servizi pubblici, che hanno bisogno della riorganizzazione degli enti, d’investimenti per le professionalità, d’innovazione, e di riconoscimenti economici per i lavoratori. La mobilitazione di massa, si pone anche l’obbiettivo di trovare soluzioni adeguate alle numerose criticità del servizio pubblico, con una riforma generale che comprende i vari settori della macchina amministrativa: la riorganizzazione del settore dei beni culturali, la tanto attesa riforma del sistema giudiziario e la riorganizzazione della Croce Rossa, oltre alle politiche attive che interessano il lavoro nei territori e la riforma della polizia provinciale e del Corpo forestale dello Stato.
I sindacati inoltre, chiedono la continuità dei servizi e dell’occupazione, oltre alla tutela dei salari e alla rivisitazione della mobilità dei lavoratori tra i vari enti delle pubbliche amministrazioni. Sono molti i punti contestati dalle associazioni sindacali, e la richiesta dello sblocco dei contratti fa da apripista alle altre numerose rivendicazioni, che nella loro totalità richiedono una profonda e serie revisione della pubblica amministrazione nel suo insieme. Visto l’atteggiamento che il Governo ha tenuto fino ad oggi su questo tema, i sindacati si dicono convinti che settembre sarà un mese nevralgico per il servizio pubblico, annunciando una lunga e dura battaglia.