Da una parte l'ammirazione del mondo intero verso un paese, la Grecia, che ha avuto il coraggio di dire no ai piani imposti dall'UE, dall'altra l'apparente soddisfazione di parte della classe politica nazionale per l'approvazione del decreto rimborsi. Nel mezzo un programma, quello in arrivo da parte di Boeri, che rischia di mettere in ginocchio l'Italia intera con il bene placito di Padoan e Renzi, da sempre 'pronti' a sostenere l'irrinunciabile necessità di seguire i percorsi tracciati dall'UE. Questi i punti cardine dell'attuale dibattito previdenziale, con la riforma della pensione anticipata 2015 (che Damiano vorrebbe fissare a 62 anni di età più un minimo di 35 di contributi) che rischia così di evaporare. Se si concretizzasse lo scenario del nulla di fatto - 'L'Europa non ci consente di fare altro' - gli italiani verrebbero sottoposti all'ennesimo ignobile bluff da parte di una classe politica che oramai presta fede solo ai diktat extranazionali. Sullo sfondo troviamo infine un'interrogazione del M5S che chiede al governo Renzi come intende comportarsi in merito alle due recenti sentenze emesse dalla Corte Costituzionale.

Novità pensione anticipata 2015 a 62 anni, piano Boeri-Padoan e decreto rimborsi: italiani costretti al solito bluff di Renzi?

L'esito del quesito referendario greco apre a tutta una serie di inquietanti interrogativi. Al di là di scenari che solo economisti ed esperti di finanza possono tracciare il rischio concreto è che gli altri paesi dell'Eurozona, Italia in primis, si vedano legare le mani per non creare altri precedenti o semplicemente degli scompensi economici. La riforma della pensione anticipata 2015 a 62 anni, così come la vuole Damiano, viene dunque ad essere messa a rischio? Possibile, anche e soprattutto perché il numero uno del MEF Pier Carlo Padoan impone da sempre il sacro rispetto delle norme di Bruxelles. Anche il presidente Boeri, che a breve formulerà le proprie proposte in Parlamento, punterà su un piano low cost che preveda l'adozione del contributivo per tutti. E se in Italia le conseguenze sociali saranno devastanti a Bruxelles non faranno altro che stappare la bottiglia di champagne in ghiaccio ormai da mesi.



A richiamare il governo Renzi ai suoi doveri i parlamentari del M5S, con l'interrogazione presentata da Di Maio a Padoan e Madia (ministri di Economia e Pubblica Amministrazione): 'Premesse le due pronunce della Corte Costituzionale relative al blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico - quale risultante dalle norme impugnate e da quelle che lo hanno prorogato - e all'illegittimità del blocco dell'adeguamento delle Pensioni, in quel caso con efficacia retroattiva', il M5S intende 'sapere come, in che tempi e con quali risorse il Governo intende dare esecuzione alle due pronunce della Corte costituzionale citate in premessa'. Nella speranza che il riassetto della pensione anticipata 2015 non rechi in dote il solito bluff continua comunque a consumarsi un'altra 'farsa', quella del decreto rimborsi che restituisce agli italiani solo 2 dei 17 miliardi di euro previsti dalla sentenza della Corte. Le ultime correzioni apportate al testo soddisfano comunque il PD: 'Un mld di euro aggiuntivo per gli ammortizzatori sociali in deroga e 290 mln per i contratti di solidarietà. Uno stanziamento importante che di fatto quasi raddoppia le risorse inizialmente previste dal Governo Renzi - ha dichiarato il membro PD Patrizia Maestri - Nel limite delle risorse disponibili abbiamo avviato una prima azione risarcitoria e di perequazione a partire dalle pensioni più basse, con le risorse disponibili era oggettivamente impossibile pensare di fare di più'. Giusto, i soldi vanno usati solo per mantenere intatti i privilegi. Nessun altro uso è consentito.