Lo scossone che ci si augurava e che annunciavamo da mesi potrebbe essere arrivato. Stando alle ultime indiscrezioni e basandosi su quanto sostenuto da diverse testate, in primis Il Giornale, il Premier Renzi avrebbe deciso di non appoggiare la proposta di riforma del presidente INPS Tito Boeri. Troppo penalizzante l'ipotesi di estendere il contributivo a tutte le categorie lavorative, troppo alto il sacrificio che andrebbe chiesto ai lavoratori specie in un momento nel quale i sondaggi fotografano un'emorragia di consensi che per Renzi e il PD rischia di diventare strutturale.

Qualcosa comunque in ottica previdenza andrà fatto, a questo punto ci si domanda che cosa. Pensando al caso Pensioni lavoratori precoci potrebbe tornare di attualità la famosa Quota 41 e dunque il DDL Damiano, ma è bene precisare che al momento non sono arrivate indicazioni precise in tal senso. A Palazzo Chigi ci stanno ragionando, nel frattempo loro, i lavoratori precoci, hanno scritto una lettera aperta indirizzata in primis al ministro del MEF Padoan, ma anche al premier Renzi e al presidente dell'INPS Boeri.

Novità pensioni lavoratori precoci e Quota 41, Renzi 'licenzia' Boeri? Grecia, Merkel, sovranità e UE, la lettera aperta

'Buonasera Signori, alla fine il gioco si è scoperto: è bastato che un piccolo grande e meraviglioso popolo abbia, tramite i suoi rappresentanti democraticamente eletti, detto no alle ulteriori richieste di austerità, per rendere finalmente solare il vero volto di chi governa questa Europa: la Cancelliera Merkel. Non è certamente una scoperta da brividi, ma almeno ora è ufficiale. La Merkel è la padrona dell'Europa' questo l'incipit della lettera pubblicata sulla pagina Facebook del gruppo Lavoratori Precoci uniti a tutela dei propri diritti. Tanti gli interrogativi aperti in merito al caso pensioni lavoratori precoci che però potrebbero tranquillamente essere estesi anche ad altre categorie: 'Dov'è finita la democrazia in questo Paese? Dove sono finite le giuste rivendicazioni dei lavoratori costretti al lavoro fino a 70 anni? E le aspettative di un lavoro stabile, delle nuove generazioni che hanno ripreso ad emigrare? Dove sono finiti i nostri soldi? (questo lo sappiamo: una parte a risanare bilanci di banche ormai vicine al crack, una parte nelle tasche degli intrallazzatori vari, dei corrotti, o nei privilegi della casta o nelle tasche di qualche politico). E continuiamo a chiederci: è mai possibile che un Paese che si definisce democratico e sovrano debba pendere dalle parole e dalle decisioni che Frau Merkel dice e prende senza che nessuno dei governanti si alzi per protestare contro il 'vi teniamo sotto osservazione' detto dai lacchè della Signora?'.



La missiva - come già accennato relativa al caso pensioni lavoratori precoci ma 'applicabile' anche ad altre vertenze previdenziali dato il raggio d'azione abbracciato - indirizzata a Renzi, Boeri e Padoan prosegue poi sullo stesso solco con un retrogusto che sa di sfogo: 'Fino a quando continuerete ad eseguire ordini eterodiretti? Quando riusciremo finalmente a riavere un Paese al quale avrete restituito un po' di giustizia sociale dopo 4 anni in cui di sociale c'è stata solo macelleria? [...] Con questa nostra alla fine dei discorsi - conclude la lettera - noi affermiamo che dire no qualche volta paga, che ignavia è sinonimo di codardia, che questa vostra Europa non ci piace e non la riconosciamo; che noi siamo per un'Europa della solidarietà, della condivisione, della vicinanza tra i popoli, noi vogliamo un'Europa democratica e non oligarchica, che rispetti la dignità delle persone ed i loro diritti. Anche quelli di andare in pensione alla giusta età e con il giusto riconoscimento economico, e non di morire sul lavoro o di povertà'.