'Se si intende l'adozione di un criterio di flessibilità per il quale mi sono battuto da più di tre anni ma con l'assegno pensionistico tutto ricalcolato con il sistema contributivo, non sono d'accordo con Boeri. È una modalità scoraggiante. Significa tagliare del 30 per cento l'assegno pensionistico': con queste parole il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano ha inteso ribadire il secco no alla proposta organica in via di allestimento da parte di Tito Boeri, presidente dell'INPS, che si è detto sicuro di come l'estensione del contributivo puro sia la sola via da poter seguire.

Se questa non è una novità, a stupire e non poco è la reazione del premier Matteo Renzi, che come anticipato anche dal collega Antonio Signorini de Il Giornale avrebbe deciso di non appoggiare il disegno Boeri. Le ultime news su riforma pensioni e prepensionamento aggiornate ad oggi 3 luglio si rifanno dunque alla lotta intestina deflagrata tra Boeri e Renzi con quest'ultimo che potrebbe persino pensare di destituire dal proprio incarico l'ex docente della Bocconi. Il motivo è molto semplice, in un momento in cui il governo vede i consensi crollare a picco (ed è la prima volta da quando Renzi ha preso in mano le redini dell'Esecutivo) non è pensabile dare il là ad un provvedimento previdenziale troppo penalizzante.

Insomma, cavalcare il disegno riformatore di Boeri in questo momento sarebbe un suicidio politico.

Novità riforma pensioni e prepensionamento oggi 3 luglio: Renzi vs Boeri, contributivo non è gradito a Palazzo Chigi, quale la via da seguire?

L'ostracismo del quale potrebbe rimanere vittima Boeri avrebbe ripercussioni tutt'altro che limitate. A catena di fatti le conseguenze sarebbero incalcolabili, in primis quelle collegate all'iter di riforma in corso. Se si decide di cestinare l'ipotesi Boeri bisognerà virare su altro, in primo luogo sul DDL Damiano relativo alla flessibilità, un pull di provvedimenti quelli presentati dall'ex ministro che da un lato convincono ma che dall'altro prevedono importanti stanziamenti economici. E in un momento in cui si sta vivendo la spaventosa crisi greca sarà più che difficile per l'Italia cimentarsi in grosse spese. Le ultime news su riforma pensioni e prepensionamento aggiornate ad oggi 3 luglio si rifanno dunque alla nuova posizione nella quale si trova Boeri - più che in bilico - ma ruotano anche attorno alle 'nuove' misure che potrebbero essere prese in considerazione in luogo del contributivo. Misure che poi nuove non sono, pensiamo a Quota 100, Quota 97 o Quota 41 tanto per fare qualche nome. Stretto in una morsa in cui sindacati, lavoratori e parti sociali erano solo le punte di un iceberg, per Boeri l'unico elemento forte era la stima del premier Renzi. Se viene meno quella rischia di saltare il banco, ovvero la sua presidenza all'INPS. Il Presidente del Consiglio spinge inoltre per una riforma della governance della stessa INPS: è dal governo Monti in poi che ogni Esecutivo tenta di percorrere la strada della trasformazione in azienda, con l'istituzione di un consiglio di amministrazione ad hoc e adesso è venuto il momento di agire.



E mentre Renzi e Boeri si davano battaglia, la Camera dei Deputati approvava il decreto rimborsi. Criticato da molti per la sostanza, il provvedimento sembra riscuotere i favori dei più per quel che concerne l'impostazione formale: 'Il decreto sulle Pensioni va nella giusta direzione anche se non prevede tutti gli interventi che avremmo voluto' ha dichiarato Maria Luisa Gnecchi, capogruppo PD in commissione Lavoro della Camera. La Legge Fornero è stata una manovra per salvare l'Italia dalla bancarotta e non una riforma delle pensioni […] Adesso dobbiamo andare avanti pensando anche alle pensioni dei giovani. Già nel decreto è previsto che la rivalutazione del montante contributivo, quindi dei propri contributi versati nell'arco di tutta la vita lavorativa, debba sempre essere positivo, almeno l'1% indipendentemente dall'eventuale PIL negativo'.