Le temperature in questo caldo luglio non tendono a diminuire così come sempre infuocato resta il clima intorno alla questione previdenziale, a tener vivi i dibattiti sulla Riforma Pensioni ci pensano i lavoratori precoci e le lavoratrici che richiedono la proroga dell'opzione donna. Proprio intorno ai temi Quota 41 e proroga della pensione anticipata donne a 57 anni paiono concentrarsi, a detta dei lavoratori, i maggiori paradossi del Governo Renzi; della questione se ne è occupato di recente anche il sito PensioniOggi.

Le richieste dei lavoratori precoci: Quota 41 unica soluzione, ok al ddl 857

Al momento sul tavolo del Governo paiono esserci almeno due proposte che verranno prese in considerazione nella prossima Legge di Stabilità, come ha affermato il Ministro Poletti a seguito dell'incontro con i sindacati, da un lato il ddl 857, che i lavoratori precoci sposano in toto, dall'altro la proposta Boeri, assolutamente criticata dai lavoratori che non intendono accedere alla pensione attraverso un assegno calcolato col metodo contributivo. Il ddl presentato da Damiano, che trova accoglimento tra i pensionandi, permetterebbe a quanti sono stati più duramente colpiti dalla Riforma Fornero e dall'innalzamento dei requisiti anagrafici di poter accedere alla pensione anticipata (Quota 97) a partire da 62 anni con 35 di contributi a fronte di una penalizzazione massima dell'8% .

Consentirebbe inoltre ai lavoratori precoci di poter accedere alla quiescenza piena dopo 41 anni di contributi versati, senza alcun vincolo anagrafico.

Il piano Boeri, che ha invece bocciato la proposta di Cesare Damiano considerandola troppo onerosa per le casse statali, consentirebbe invece di accedere alla pensione anticipata rinunciando ad un 3-3.5% all'anno.

Una percentuale che si tramuterebbe, a conti fatti, in un 27-31.5% di taglio per un lavoratore precoce con 41 anni di contributi versati e 57 anni d'età. Una 'vera ingiustizia sociale' dicono i precoci iscritti al gruppo 'lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti'. Non si può essere penalizzati solo perché si è andati a lavorare in giovane età, oltre ai meri calcoli matematici, dicono, bisognerebbe pensare alle singole storie di vita dei lavoratori e agire con 'lungimiranza'.

Focus su opzione donna: il Governo concederà la proroga?

Se il Governo Renzi considerasse le storie di vita dei lavoratori potrebbe facilmente scorgere anche coloro che paradossalmente stanno lottando da oltre un anno proprio per ottenere la pensione col metodo contributivo fino al 31/12/2015, come stabilito dalla legge 243/2004. Stiamo parlando delle lavoratrici iscritte al 'Comitato Opzione donna' che chiedono l'esecutivo si pronunci prima del Tar del Lazio sulla cancellazione delle circolari 35/37 del 2012. Che hanno ingiustamente anticipato di oltre un anno i requisiti necessari per poter usufruire dell'opzione donna, tagliando fuori circa 6.000 lavoratrici che con forza lottano per chiedere la proroga fino alla fine del 2015.

Fanno eco a queste le 'sorelle minori' iscritte al gruppo 'Opzione donna proroga al 2018' che confidano la proroga possa essere estesa fino al 2018. In molte, pur dovendo rinunciare al 30% della pensione, preferirebbero uscire dal mercato del lavoro per badare ai nipotini o ai genitori più anziani, ma il Governo continua a tergiversare.

Non è forse questo atteggiamento paradossale? Che si lotti o meno per il calcolo contributivo la risposta è sempre la medesima' non vi sono le risorse finanziarie'.