Il governo Renzi non sembrerebbe interessato a lavorare su una riforma pensioni 2015 che introduca la flessibilità in uscita, mentre sembra aprire su altre questioni previdenziali come le tutele dei redditi dei pensionati e le misure per contrastare l'accrescimento della povertà. A delineare questo quadro è stato Romano Bellissima, Segretario Generale della Uil Pensionati, il quale si è detto comunque soddisfatto del tavolo istituzionale che vede protagonista il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. È chiaro che, a questo punto, il tempo per una riforma del sistema previdenziale si sta riducendo sempre di più: soltanto in primavera, sempre Poletti aveva promesso che il governo Renzi avrebbe prodotto una proposta di riforma entro il mese di giugno; ora siamo a fine luglio e nulla è arrivato.
Il premier Matteo Renzi, mentre promuove una campagna per l'abbassamento delle tasse che il suo governo avrebbe intenzione di portare avanti (manovra di berlusconiana memoria, il quale Berlusconi ne ha rivendicato ironicamente la paternità), sta valutando con grande attenzione la proposta di riforma Pensioni 2015 di Tito Boeri, ma sembra storcere il naso per quella di Damiano: da un lato vorrebbe capire quali sono gli umori della "piazza", dal momento che la riforma scuola ha già abbondantemente eroso il suo consenso elettorale; dall'altro attenderebbe un via libera dall'Europa, la quale, soprattutto dopo i fatti della Grecia, è particolarmente attenta proprio alla questione previdenza. A questo punto, è possibile che i tempi previsti (la legge di stabilità 2015) non siano rispettati.
Tutto rinviato al 2016-2017?
I tavoli governo-sindacati: ultime 21-07 riforma pensioni 2015 di Renzi
Due sono stati i temi trattati durante l'incontro tra il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e i rappresentanti dei sindacati dei pensionati. Nessuno dei due prendeva in diretta considerazione una misura di flessibilità in uscita da inserire nella sempre più evanescente riforma delle pensioni Renzi per il 2015.
Nel primo tavolo si è discusso di come difendere il potere d'acquisto degli assegni pensionistici attraverso una serie di misure: la rivalutazione delle pensioni a partire dall'inflazione; una quattordicesima più "ampia"; aggiornare la tassazione sulle pensioni. Nessun impegno concreto, comunque, ma soltanto un confronto di punti di vista.
Il secondo tavolo è stato incentrato, invece, sul problema delle politiche sociali in senso ampio e, più nello specifico, della "non autosufficienza": anche in questo caso non vi è stato alcun impegno preciso da parte del governo Renzi, ma l'idea sarebbe quella di adeguare il Fondo nazionale per la non autosufficienza attraverso studi e di analisi che determinino le motivazioni per cui molte persone anziane si ritrovano al di sotto della soglia di povertà.
La grande assente da questa, comunque importante, discussione sulla materia previdenziale è la riforma pensioni 2015: il governo Renzi, nella figura di Giuliano Poletti, ha ribadito anche in questa circostanza che sono ancora in atto le "valutazioni tecniche" intorno alle varie proposte di riforma; insomma sta procedendo l'istruttoria sulle due grandi proposte che si fronteggiano: la Quota 100 di Damiano e il contributivo di Boeri.
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