La figura di Tito Boeri e il suo ruolo politico stanno creando un nugolo di polemiche soprattutto intorno alla proposta di riforma pensioni 2015 che il presidente dell'Inps ha presentato al governo Renzi e che prevede come punto forte il passaggio al contributivo. Le ultime notizie rivelano come sia in atto una guerra di numeri tra Tito Boeri e la CGIL sull'entità dei tagli cui andrebbero incontro le Pensioni se passasse il contributivo pieno. La Camusso, infatti, è intervenuta a sottolineare che, in determinati casi, si arriverebbe addirittura ad un 35%, mentre per Tito Boeri non si supererebbe mai il 3,5% di decurtazione.
Lo scontro è sempre più radicale, mentre da parte del governo Renzi e del premier nessuna comunicazione decisiva: un dato è certo, le proposte di Cesare Damiano stanno passando in secondo piano, troppo "costose" per le casse dello Stato e poco amate dall'Unione Europea che ha deciso per il pugno di ferro contro chi trasgredisce le regole (basti vedere quanto sta accadendo nella questione greca).
Dati contributivo: ultime news riforma pensioni 2015 di Renzi
La guerra sui numeri è piuttosto complessa: la riforma pensioni 2015 basata sul passaggio al contributivo pieno prevede sicuramente delle decurtazioni, ma i calcoli dell'Inps e della CGIL sono assolutamente differenti. Un dato è certo: se si trattasse, come sostiene Tito Boeri, di un taglio del 3,5% si tratterebbe di una proposta molto più favorevole di quella di Cesare Damiano che prevede un taglio massimo dell'8% e quindi andrebbe accolta immediatamente.
Ma il balletto dei numeri è ben più complesso. Prendiamo, ad esempio, l'opzione donna: coloro che dal 2011 hanno accettato questa opzione, che prevedeva il passaggio al contributivo pieno, hanno dovuto subire tagli anche del 25%, per cui i dati di Tito Boeri, secondo la CGIL, sarebbero assolutamente fantasiosi. Sicuramente, se si alzasse l'asticella dell'uscita anticipata dai 57 anni dell'opzione donna ai 60 anni della proposta Boeri, allora il taglio potrebbe essere leggermente inferiore, ma difficilmente potrebbe scendere al 3,5%.
Secondo la CGIL, si tratta soltanto di una "cabala" sui numeri: se si leggono con attenzione le cifre, il 3,5% annunciato da Boeri potrebbe riguardare la decurtazione per ogni anno di anticipo sull'età pensionistica e non la decurtazione totale.
Esodati in piazza: ultime news riforma pensioni Renzi 2015
Intanto, le polemiche riguardano anche altre questioni "mancate" della riforma pensioni 2015 di Renzi: su tutte, la vertenza degli esodati per la settima salvaguardia.
I comitati hanno fatto sapere che scenderanno nuovamente in piazza il 21 luglio dinanzi la Camera dei Deputati per chiedere l'approvazione della settima salvaguardia che dovrebbe coprire completamente le circa 50mila posizioni restate ancora scoperte. Si tratta di uno dei nodi più iniqui della riforma pensioni Fornero e l'accusa è al governo Renzi il quale, nonostante le promesse in tema previdenziale, non ha mai affrontato fino in fondo il problema. I comitati sottolineano come alla Camera giacciano inascoltate due proposte di legge, una firmata dai dem e l'altra dalla Lega Nord: il silenzio assordante di Renzi diviene sempre più preoccupante.
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