Il Ministro del Lavoro Poletti è sotto un vero e proprio attacco incrociato: non gli viene perdonata la promessa fatta alcuni mesi fa che il mese di giugno sarebbe stato quello della riforma Pensioni 2015 (da inserire, poi, nella legge di stabilità). Le ultime notizie indicano come il governo Renzi sia assolutamente "bloccato" sulla questione e che lo stesso problema del decreto rimborsi (contestatissimo da più parti) sia il motivo per cui si è deciso di accantonare la riforma delle pensioni. In realtà, la questione è ben più complessa: il Ministro Poletti non è soltanto sotto attacco da parte delle opposizioni e dei sindacati, ma anche l'Europa sta con il fiato sul collo all'intero esecutivo.
Il problema è sempre quello di far quadrare i conti: per la UE la riforma pensioni Fornero rimane la soluzione migliore, perché limita la spesa previdenziale e soprattutto allunga il periodo di attività lavorativa in connessione con l'aumento dell'aspettativa di vita.
L'attacco della Lega Nord: ultime notizie riforma pensioni 2015 di Renzi
L'ultimo attacco in ordine di tempo alla mancanza di operatività del Ministro Poletti e del governo Renzi sul tema della riforma pensioni 2015 è arrivato da Roberto Simonetti, membro della Commissione Lavoro alla Camera e deputato della Lega Nord, il quale ha sottolineato come l'esecutivo debba muoversi per portare avanti il discorso della flessibilità in uscita dal mondo del lavoro.
Il deputato leghista ha ricordato anche la proposta di riforma delle pensioni depositata dalla Lega e che assomiglia molto a una di quelle di Damiano: si tratta, infatti, di una Quota 100 con un minimo di 35 anni di contributi o con un minimo di 62 anni di età. La risposta di Poletti non si è fatta attendere: il governo Renzi ha messo in campo un'istruttoria generale sulle possibilità di una riforma pensioni 2015 e soltanto alla fine di questo percorso di studio potranno essere contattati i sindacati e si può procedere al confronto.
Il problema, sottolinea il Ministro, è quello di far quadrare i conti: il lavoro del governo si sta muovendo in questa direzione, cioè come poter avviare un processo riformatore della previdenza che non pesi sulle casse dello Stato e che non venga "bacchettato" dall'Unione Europea.
Intanto, però, su due questioni collaterali alla riforma pensioni 2015, ma non meno importanti, il governo Renzi ha aperto due tavoli istituzionali con i sindacati.
La prima questione è quella connessa al reddito delle pensioni, cioè alla questione della rivalutazione degli assegni e del problema fiscale con un'apertura sulla possibilità di una "no-tax-area". La seconda questione, invece, riguarda la condizione "sociale" dei pensionati, cioè i grandi problemi della sanità della povertà e della mancanza di autosufficienza. Insomma, il tema riguarda le questioni di welfare state, quel patto sociale che sembra essere uscito dai dibattiti parlamentari e che la UE cerca di limitare. È tutto con le ultime notizie sulla riforma pensioni 2015 del governo Renzi. In attesa di nuovi aggiornamenti e di nuove discussioni sulla materia, il consiglio è di cliccare sul pulsante "Segui" in alto, posto poco al di sopra del titolo dell'articolo.