La riforma della Pubblica Amministrazione, attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, non ha, finora, introdotto sostanziali novità riguardo alle modalità e ai tempi di liquidazione del trattamento di fine servizio (TFS) o buonuscita, prevista per i dipendenti statali. E non ha previsto niente anche per un altro problema relativo alla buonuscita che tocca agli statali al momento di lasciare il servizio: parliamo della trattenuta del 2,50% sulla quota di TFS accantonata mensilmente che grava solo sugli statali. Infatti non esiste una trattenuta del genere tra i dipendenti del settore privato.

Anche la sentenza della Corte Costituzionale sul blocco dei contratti del pubblico impiego è stata sì favorevole, ma non ha previsto nessun rimborso, soltanto lo sblocco degli stessi contratti. Quindi un'altra parziale delusione.

Si parla sempre di statali, ma chi sono?

I dipendenti della Pubblica Amministrazione o statali che dir si voglia sono sempre sulla bocca di tutti. Di norma gli statali sono tutti i dipendenti dei Ministeri, quelli della Scuola e dell' Università e tutti gli arruolati nelle Forze dell'Ordine e nelle Forze Armate.

La Legge di Stabilità 2014

La Legge di Stabilità del 2014 ha stabilito tempi sempre più lunghi per la liquidazione della buonuscita a statali e dipendenti pubblici sia che si tratti di TFS, per gli assunti prima del 2001, sia che si tratti di TFR, per le assunzioni successive.

Sembrava che con la riforma del Ministro Madia potesse cambiare qualcosa, invece sembra che il problema non esista. Con la Stabilità 2014 e con i provvedimenti del 2011 e del 2013, i tempi di incasso della liquidazione per questi soggetti si sono allungati di 12 mesi. Infatti il DL 138/2011 e la Legge 147/2013 hanno stabilito regole differenti per l'ottenimento del TFS, in base al momento in cui matura il diritto alla pensione e alla volontarietà o meno dell'uscita dal servizio.

Come vengono erogati i TFS in base alle normative in vigore

I tempi si sono via via allungati a partire dal decreto del 2011. I soggetti che hanno raggiunto il diritto alla pensione entro il 12 agosto 2011 devono aspettare 105 giorni o 9 mesi a seconda che vengano allontanati dal servizio per raggiunto limite di età e quindi per pensione o che abbiano presentato le dimissioni volontariamente. Coloro che raggiungono i requisiti entro il 31 dicembre 2013 devono attendere 9 mesi o 24 mesi a seconda dei casi citati precedentemente. Per diritto alla pensione raggiunto successivamente, e quindi dal 1° gennaio 2014, i tempi di attesa sono, rispettivamente di 15 mesi e 27 mesi. Tutto questo per cifre di buonuscita inferiori ai 50mila euro. Per importi superiori, effettivamente, è prevista l'erogazione rateale con i primi 50mila che vengono erogati secondo le modalità prima indicate. L'ennesima beffa per i lavoratori del pubblico impiego è che per le liquidazioni degli importi compresi tra i primi 50mila e i 100mila bisogna aggiungere altri 12 mesi ed altrettanti ancora per gli importi oltre la soglia dei 100mila. Sino al 2013 il trattamento riservato ai dipendenti pubblici era favorevole, la prima rata dava 90mila euro, con la seconda l'importo tra i 90 e i 150mila e dopo due anni l'importo eccedente i 150mila euro.