Quando Renzi disse che avrebbe voluto trattare con un sindacato unico, oltre che suscitare lo sdegno delle sigle confederali tutte, in molti hanno ravvisato in quelle parole un fallimento dell' azione sindacale rivolte a contrastare una riforma scolastica piena di vizi di incostituzionalità. Il presidente di Confindustria Piero Squinzi si spinge oltre dicendo che sono di freno e anche qui c'è del vero. Ma il fallimento dell'azione sindacale risulta ancora più evidente quando si va ad esaminare il fenomeno delle associazioni di categoria che sono nate dietro i vuoti provocati dalle deboli iniziative delle sigle confederali.

E in questo quadretto si inseriscono le dichiarazioni contraddittorie di Davide Faraone che nega la 'deportazione' dei precari meridionali.

Alternative

Anief e Adida sono le più note, con la prima che ha portato all'attenzione nazionale il problema dell'abuso di contrattazione a termine nella Scuola col ricorso alla Corte Europea. La seconda invece mette in guardia gli addetti ai lavori sui rischi insiti nel prossimo concorso che dovrebbe partire entro dicembre 2015. Un concorso discriminatorio perché riservato ai soli abilitati che possiedono già un titolo abilitante alla professione ed esclude proditoriamente i non abilitati della III fascia. Lasciarlo svolgere significa decretare la sconfitta dei precari trascurati dai sindacati tradizionali.

Sindacati assenti allorquando si va a guardare le azioni di contrasto alla legge 107 sulle procedure discriminatorie di immissione in ruolo per i precari delle Gae, per i quali è nata l'associazione Gessetti Rotti che sta proponendo un ricorso apposito.

Rimescolare le carte

Un concorso che non da nessuna garanzia, così si esprime la portavoce Valeria Bruccola, del quale nulla si sa in ordine alle regole con le quali verrà indetto e sui reali numeri di concorrenti.

Già parlare di riservarlo agli abilitati rappresenta uno schiaffo al servizio svolto dai precari delle graduatorie di istituto. Dopo aver speso ingenti somme per avere una abilitazione che nei fatti non è servita a niente ci si deve ridurre a rifare un concorso, negando un valore concorsuale rispetto alle vecchie Siss su cui molti tribunali hanno già espresso pareri opposti.

Basta citare su tutte le sentenze sui ricorsi patrocinati dall'avvocato Sirio Solidoro in favore di un 'tieffino' al quale il tribunale di Cremona che ha accolto un ricorso ex art. 700 c.p.c. e l'altra in favore di un abilitato all'estero. Entrambe a pieno titolo e ben prima dell'avvio del piano di assunzioni. Per non dimenticare l'accoglimento da parte del Consiglio di Stato di una cautelare in favore di 15 abilitati Pas patrocinati dall'avv. Pasquale Marotta per la quale si attende l'esito dell'udienza di merito.

Unicità necessaria

Si è perso di vista l'obiettivo centrale che funge da collante per tutte le categorie, vale a dire il vizio di costituzionalità da far eccepire sui diversi commi della legge 107 che va ad intaccare la stabilità di tutte la categorie, dai docenti di ruolo la cui titolarità viene rimessa in discussione dalla formazione dei nuovi albi territoriali al comitato di valutazione dei docenti, passando per l'ingiusta esclusione dal piano assunzionale dei precari delle graduatorie di istituto ai quali viene lasciata come unica possibilità quella di rifare un altro concorso. Ed è a questo punto che nasce una nuova associazione decisa a far rispettare i principi costituzionali che regolano la libertà di insegnamento: Azione Scuola.