Arrivano nuoviaggiornamenti riguardanti la cosiddetta opzione donna, ovvero la possibilitàdi uscita anticipata dal lavoro per le donne che hanno raggiunto i 57 anni di età (58 se autonome), seppure previo raggiungimento dei 35 anni di contributi versati e dell'accettazione del ricalcolo contributivo della mensilità erogata dall'Inps. Nelle ultime settimane sarebbe arrivato l'accordo tra le diverse figure istituzionali coinvolte, anche grazie all'incessante lavoro politico svolto dalle rappresentanti del Comitato opzione donna Orietta Armiliato e Dianella Maroni, ma restava ancora irrisolto il nodo delle aspettative di vita.

L'aggiornamento avrebbe infatti provocato una distorsione della normativa, con la conseguenza negativa di condizionare la possibilità di pensionamento ad una parte della platea avente diretto.Ora sembrano arrivare nuove dichiarazioni rassicuranti in tal senso, sul fatto che l'opzione sarà comunque fruibile da parte di tutte le lavoratrici coinvolte.

Opzione donna, sulle aspettative di vita arriva un nuovo messaggio di conferma al comitato

"La questione è stata calendarizzata per il nove settembre, data in cui la Commissione lavoro incontrerà per la terza volta Mef, Ministro del Lavoro, Inps e Ragioneria dello Stato, per la definitiva soluzione dell'erronea interpretazione delle circolari 35 e 37 dell'Inps" spiega l'On Roberto Simonetti "eliminando così sia l'aspettativa di vita che la finestra Sacconi, per la maturazione del diritto".

Sulla questione è da registrare anche il commento di Armiliato: "questo aggiornamento conferma la volontà di voler proseguire nell'intendimento di rendere fruibile il diritto ad esercitare una scelta resa impossibile con mezzi definiti da tutti contra legem, diritto per il quale ci siamo battute con grande determinazione sia perché la legge fosse rispettata, sia perché abbiamo sempre creduto che la giustizia debba trionfare sul sopruso e sugli errori".

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