Si è giunti al mese di agosto e il governo Renzi non ha ancora presentato una proposta complessiva di riforma delle pensioni per il 2015: il tempo è oramai agli sgoccioli e sembra proprio che, per quest'anno, non se ne possa fare più nulla. Le promesse del ministro Giuliano Poletti erano state altre: in primavera si era detto, infatti, che la proposta sarebbe arrivata entro giugno ed invece così non è stato. Per comprendere la strategia del premier Matteo Renzi è possibile forse collegare due delle ultime uscite pubbliche che il Presidente del Consiglio ha avuto sulle questioni di politica economica: da un lato, l'annuncio del taglio alle tasse, circa 50 miliardi di euro in meno nei prossimi cinque anni, dall'altro il suo apprezzamento alla riforma Pensioni Fornero in quanto avrebbe permesso di razionalizzare il sistema previdenziale.

Perché le due questioni potrebbero essere connesse tra di loro? La risposta potrebbe essere semplice: un taglio alle tasse nasconde un taglio al welfare state (infatti, quasi in contemporanea si è discusso del taglio alla sanità), per cui è possibile che 'pagare meno tasse' significhi meno servizi e dunque preparare il terreno a una mancata riforma delle pensioni per il 2015.

Intanto, sul tema pensionistico è intervenuto nuovamente quello che è stato definito da più parti il vero 'ministro ombra' del Lavoro, e cioè Tito Boeri, il presidente dell'Inps. Questa volta, ha discusso della situazione dei lavoratori atipici, e si è rilanciata l'ipotesi del contributo di solidarietà sulle pensioni più alte.

Boeri e i lavoratori atipici: ultime notizie 02-08 sulla riforma pensioni 2015

La strategia di Tito Boeri sembra essere connessa a quella di Matteo Renzi: l'unica possibilità di riforma delle pensioni 2015 è quella con il contributivo, nella misura in cui, sul lungo periodo, permette un risparmio della spesa pubblica. La questione è sempre quella della spending review che l'Europa richiede all'Italia,termine anglosassone per intendere le politiche di tagli alla spesa pubblica.

Tito Boeri ha parlato, allora, della situazione dei lavoratori atipici che, secondo un report dell'Inps e pubblicato sull'Espresso, sarebbero andati in pensione tra il 2014 e il 2015 con un assegno in alcuni casi di solo 160 euro. La proposta, allora, è quella di un contributo di solidarietà sulle pensioni d'oro: il problema resta sempre quello di definire la soglia dopo la quale una pensione può essere considerata d'oro.

Nell'ultimo intervento e proposta di riforma delle pensioni per il 2015 di Scelta Civica, il contributo di solidarietà andrebbe preso agli assegni che superano di 5 volte il minimo, dunque 2500 euro lordi, che, al netto, non rappresentano un reddito d'oro.

La morale della favola sembra essere sempre la stessa: le risorse per un intervento di riforma delle pensioni devono essere trovate tagliando altri comparti e situazioni e non investendo, e, del resto, è quanto richiede l'Europa a gran voce. È tutto con le ultime notizie sulla riforma pensioni 2015 del governo Renzi. Per aggiornamenti, il suggerimento è cliccare su 'Segui' in alto sopra il titolo dell'articolo.