Durante un intervento alla stampa estera, Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia, ha discusso della politica economica del governo Renzi e ha anche fatto qualche breve accenno alla riforma delle Pensioni che si potrebbe mettere in campo. In realtà, si è trattato di un discorso poco circostanziato ma che rende perfettamente l'impianto che l'esecutivo guidato da Matteo Renzi intende costruire sul tema della previdenza: il ministro, infatti, ha parlato esclusivamente della politica fiscale del governo e ha accennato come si tenterà di lavorare in quel senso anche per quanto riguarda l'annosa questione delle pensioni.

Sembra, insomma, che il ministro dell'Economia non abbia alcuna intenzione di discutere gli elementi centrali della riforma delle pensioni 2015, l'inserimento di un meccanismo di flessibilità in uscita, e che gli interventi che sembrano più possibili su questa materia siano nella direzione di un taglio alle imposte.

Padoan, Renzi e le ultime notizie sulla riforma pensioni 2015

Il dibattito sulla riforma delle pensioni 2015 sembra complicarsi sempre di più e la pausa estiva probabilmente servirà al governo Renzi per mettere insieme una proposta omogenea. A partire da settembre, infatti, inizieranno le discussioni intorno alla legge di stabilità da presentare a fine anno ed è considerata quella l'occasione all'interno della quale inserire un provvedimento di riforma del sistema previdenziale.

Al momento, il governo Renzi, nella persona del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sta 'studiando' la situazione e, nei tavoli istituzionali aperti con i sindacati, difficilmente si parla di riforma delle pensioni e di flessibilità in uscita, quasi fossero argomenti tabù.

In uno dei suoi ultimi interventi sulla questione previdenziale, il premier Matteo Renzi aveva sottolineato come, nonostante le forti critiche, la riforma delle pensioni Fornero fosse stato un toccasana per i conti pubblici italiani.

La sua linea di politica economica, comunque, sembra essere la seguente:

  • il taglio delle tasse, che riguarderà soprattutto la prima casa, anche se la prima casa è una villa di altissimo valore – le critiche sono arrivate riguardano il fatto che non si toccano le disuguaglianze: altra cosa sarebbe stata la cancellazione della Tasi soltanto al di sotto di una certa soglia di reddito
  • il taglio del welfare state: conseguenza del taglio alle tasse, la revisione della spesa sociale significherà tagli alla sanità (come sta già avvenendo), alle pensioni (come potrebbe avvenire con il contributivo di Boeri), etc. – le critiche vertono sul fatto che è con le tasse che si pagano i servizi

Insomma, la riforma delle pensioni 2015 si gioca non tanto sulla questione delle risorse economiche perché, come sottolineano i sindacati, se vi è la possibilità di tagliare 50 miliardi di euro di tasse, ci sarebbe anche la possibilità di un intervento da 10 miliardi sulle pensioni; quanto piuttosto sugli indirizzi di politica economica che il governo Renzi e l'Europa decideranno per l'Italia.

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