Una delle ipotesi allo studio del governo Renzi è quella di poter far anticipare la pensione ai lavoratori rispetto ai normali requisiti pensionistici, attualmente in vigore, ma con una penalità da applicare sull'assegno pensionistico. La flessibilità si potrebbe attuare, anchecon l'applicazione di un prestito previdenziale da dare ai lavoratori in uscita, che poi dovrà essere rimborsato a rate fino al raggiungimento dei requisiti richiesti. E' chiaro che la decurtazione non dovrà essere troppo elevata, altrimenti potrebbe scoraggiarei lavoratori, i quali potrebbero rimanere in servizio fino al termine della loro 'normale' vita lavorativa, senza usufruire della pensione anticipata.

Taglio del 3 percento annuale se si accetta la pensione anticipata

Gli espertieconomisti hanno studiato, negli ultimi mesi,la possibilità di rendere la penalità più alta per ogni anno di anticipo in più rispetto ai 66 anni, con un taglio del 3 percento annuale. Questa decurtazione potrebbe essere 'rimpinguata' dal suddetto prestito previdenziale. Resta ora daverificare a quanto ammonterà la riduzione dell'assegno pensionistico. L'idea di Tito Boeri, presidente dell'Inps, è quella di 'diluire' l'importo dei contributi versati durante tutta la vita lavorativa, a seconda dell'età anagrafica del lavoratore, al momento della pensione, considerando anche l'aspettativa di vita residua.

Studiato un sistema flessibile che costerebbe allo Stato circa un miliardo di euro

Questa proposta sembrerebbe mettere d'accordo i tecnici del Ministero dell'Economia e dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), dato che darebbe la possibilità ai lavoratori di lasciare il lavoro anticipatamente, senza vedersi decurtare eccessivamente il proprio assegno pensionistico e, soprattutto, senza pesare troppo sulle esigue casse dello Stato. Il quotidiano Economico il Sole 24 Ore evidenzia che, questo sistema di uscita flessibile, costerebbe allo Stato circa un miliardo di euro, sicuramente un importo sostenibile per la nostra Nazione.