Prima della pausa estiva, agli inizi del mese di agosto, sono state molte le discussioni su come dovrà essere cambiata la riforma previdenziale. In particolare, sono state affrontate due problematiche di un certo rilievo, per le quali si è giunti ad un accordo politico che dovrà essere ufficializzato con la riunione del prossimo 9 settembre, in Commissione Lavoro alla Camera. Parliamo delle questioni relative alla proroga Opzione donna al 31 dicembre 2015 e alla settima salvaguardia per circa 26mila esodati. L'obiettivo principale è quello di arrivare ad una soluzione definitiva prima del 15 ottobre, data con la quale inizierà la discussione sulla Legge Finanziaria 2016.

Il premier Renzi è intenzionato a risolvere la questione Opzione Donna

Per quanto riguarda la proroga del sistema contributivo donna, il governo Renzi, dopo le rassicurazioni avute sulle coperture economiche per la risoluzione della questione, sembra intenzionato ad approvare un provvedimento che consenta alle donna lavoratrici di andare in pensione anticipata al compimento dei 57 anni e tre mesi di età (58 anni per le lavoratrici autonome) e 35 anni di versamenti contributivi. Chi vorrà aderire a questo metodo sperimentale dovrà, però, accettare il conteggio degli assegni previdenziali con il meno conveniente sistema contributivo.

Il 9 settembre si dovrà discutere anche della settima salvaguardia per gli esodati

Nella stessa sede, il 9 settembre, dovrà essere discussa anche la salvaguardia, dopo le sei già concesse negli anni passati, con l'approvazione di un unico provvedimento che contenga i tre ddl, depositati dalla minoranza dem del Partito Democratico e dalla Lega Nord.

Proprio il Pd vorrebbe estendere di un anno la tutela nei confronti di quei lavoratori del settore edile rimasti fuori dalla sesta salvaguardia e risolvere, una volta per tutte la questione dei Quota 96 del settore scuola. La Lega, invece, vorrebbe applicare una salvaguardia senza alcun limite di tempo. Alcune stime ci dicono che la spesa prevista per giungere alla settima clausola per gli esodati ammonterebbe a 3,3 miliardi di euro.