Tutto sembra essere stato rinviato ancora una volta: il governo Renzi tace ancora sulla questione della riforma pensioni 2015 e le prime proposte concrete non dovrebbero arrivare prima del 20 settembre. La questione è piuttosto intricata e il problema resta sempre lo stesso, trovare le risorse economiche per finanziare un dispositivo di uscita anticipata dal mondo del lavoro. Ad intervenire negli ultimi giorni è stato soprattutto il ministro Poletti, il quale ha sottolineato la necessità di una maggiore flessibilità, ha avvertito che qualsiasi manovra non potrà essere a costo zero e ha chiesto dei fondi per poter intervenire sulla materia previdenziale.

Le parole sono state accolte con una certa fiducia, anche se è possibile leggerle in un'altra maniera: il governo Renzi si vuole accreditare come sensibile alla questione di una riforma delle Pensioni 2015 e sta preparando la strada per un ritocco al rialzo delle penalizzazioni per l'uscita anticipata. Del resto, è questa la linea anche di Elsa Fornero, la quale, dopo un lungo silenzio, è stata nuovamente interpellata sulla questione delle pensioni.

Poletti, Boeri e Renzi: il balletto delle proposte sulla riforma pensioni 2015

Secondo alcuni, si tratterebbe di un 'gioco delle parti' o di un 'balletto mediatico', quello in corso tra il ministro Giuliano Poletti, il presidente dell'Inps Tito Boeri e il premier Matteo Renzi.

Le uniche proposte concrete e socialmente sostenibili di riforma delle pensioni 2015sembrano essere oramai al di fuori del confronto politico: parliamo della cosiddetta Quota 100 e della cosiddetta Quota 97 con penalizzazione massima all'8% di Cesare Damiano. Il Presidente della Commissione Lavoro ha cercato anche di venire incontro alle esigenze politiche ed economiche del suo partito, chiedendo un accrescimento della penalizzazione al 3% annuo soltanto per gli assegni superiori ai 1500 euro.

Il 'gioco delle parti' sarebbe il seguente: il ministro Poletti agirebbe il ruolo di colui che si rende conto della difficoltà della situazione e della necessità di un intervento, Tito Boeri, invece, si sarebbe accorto dell'iniquità della sua proposta (che prevedeva penalizzazioni anche del 30%), Matteo Renzi sarebbe colui che deve mediare tra le richieste dell'Europa, le esigenze del suo elettorato e la situazione sociale del paese.

La domanda che tutti si pongono resta la medesima: perché le proposte tardano ad arrivare? Perché non permettere una più ampia discussione nel Parlamento e nel Paese? La risposta può essere, comunque, trovata facilmente.

Sembra, comunque, che le prime proposte concrete di riforma delle pensioni 2015 da parte del governo Renzi debbano giungere tra il 20 settembre e il 15 ottobre, quando saranno note, con la pubblicazione del Def, le risorse economico-finanziarie a disposizione. La decisione sarà politica, ma la tendenza in atto sembra essere chiara: se riforma delle pensioni ci sarà, avrà delle caratteristiche che limiteranno molto poco le iniquità della legge Fornero. È tutto con le ultime news sulla riforma delle pensioni 2015; per aggiornamenti e approfondimenti, cliccate su 'Segui', in alto sopra il titolo dell'articolo.