Sono ancora molti gli argomenti che si stanno discutendo per cercare di riformare il sistema previdenziale italiano. Si cerca, da parte di alcuni esponenti del governo stesso, di arrivare alla discussione della Legge di Stabilità con una proposta organica che possa far cambiare idea al premier Renzi. Susanna Camusso, leader della Cgil, qualche giorno fa, ha invitato gli altri rappresentanti sindacali della Cisl e della Uil, ad effettuare un'azione coordinata, allo scopo di dare più forza alle loro voci per cercare di trovare una soluzione sia per gli esodati che per la proroga del sistema contributivo donna.

L'appuntamento è per giovedì 24 settembre, in Commissione Lavoro alla Camera, dove il ministro dell'Economia Padoan e quello del welfare Poletti, potrebbero portare delle novità proprio relativamente alla settima salvaguardia e per le lavoratrici Opzione Donna.

Il governo Renzi non è stato in grado di trovare una soluzione adeguata

Con molta probabilità, la flessibilità da applicare al sistema previdenziale sarà applicata non prima del prossimo anno, a causa della carenza di risorse finanziarie da destinare ad essa. Infatti, il governo Renzi non è stato in grado di trovare una soluzione equilibrata che potesse riformare la legge Fornero senza pesare troppo sulle casse dello Stato. Negli ultimi mesi, si è parlato insistentemente dell'applicazione del ricalcolo contributivo per gli tutti gli assegni previdenziali, sistema che avrebbe tagliato di almeno il 20 percento le Pensioni di tanti italiani.

Necessario risolvere un'incongruenza legislativa sull'Opzione Donna

Intanto, la questione della settirma salvaguardia per gli esodati, secondo un'indagine effettuata dalla Commissione Lavoro al Senato, sarebbe in un certo senso risolto, dato che le precedenti tutele avrebbero 'lasciato fuori' solamente un migliaio di persone.

Per quanto riguarda, invece, il metodo sperimentale Opzione Donna, con la possibilità di accedere alla pensione anticipata al raggiungimento dei 57 anni di età (58 anni per le lavoratrici autonome) e 35 anni di contributi, si tratterebbe di risolvere una sorta di incoerenza legislativa che chiarisca se le domande presentate nel 2015, sono da considerare valide oppure no. Al momento, è in corso una class action per la tutela di questa categoria di lavoratrici. Vedremo molto presto come andrà a finire.