Ennesimointervento di Boeri sulla nuova riforma Pensioni. Le dichiarazioni del presidente dell'Inps, ospite alla manifestazione 'Cortile di Francesco' ad Assisi, fanno e faranno discutere gran parte dei lavoratori precoci che in questi giorni tutto stanno ascoltando meno che proposte pensate per la loro specifica situazione. Da qui al 15 ottobre, quello che potremmo già definire giorno del giudizio per l'esecutivo Renzi, non mancheranno altre dichiarazioni sulle pensioni ma a questo punto quello che è fondamentale, almeno per il cittadino, è che non si ritorni al punto di partenza.

Le chiacchiere ora devono passare allo status di azioni concreti.

Equità e sostenibilità – In occasione della manifestazione 'Cortile di Francesco', Boeri ha parlato della riforma pensioni, affermando che ad oggi ci sarebbero le condizioni per l'ultima riforma del sistema previdenziale. Il numero uno dell'Inps ha menzionato la tradizione di ansia e incertezza presente in Italia, aggiungendo che occorre un patto generazionale più equo e sostenibile. Boeri ha sottolineato che la nuova riforma dovrà reggere la sfida demografica ed economica, e quando verranno apportati questi aggiustamenti, ha dichiarato Boeri, il sistema italiano sarà invidiato da molti Paesi, come già la Cina sta facendo. Anche i lavoratori precoci sono d'accordo con queste affermazioni?

La chiave – Secondo Boeri, il fattore centrale per la riforma pensioni dovrebbe essere l'età. In una recente audizione in commissione Lavoro alla Camera, il presidente dell'Inps ha parlato anche della legge Fornero, sottolineando come la causa della rigidità di oggi sia dovuta in gran parte alle norme del 2011. Sempre l'economista italiano ha poi messo in luce la disparità degli assegni previdenziali tra uomini e donne, affermando che i primi vantano in media importi superiori anche del 40 percento.

Prossimo incontro – Intanto il governo continua a lavorare sulla riforma pensioni. Questa settimana, forse nella giornata di mercoledì, come scritto da Andrea Bassi de Il Messaggero, ci sarà un vertice a tre che avrà per protagonisti Matteo Renzi e i ministri Padoan e Poletti. Allo studio dell'esecutivo il reperimento della copertura finanziaria per “affrontare” i primi anni di flessibilità.

Sempre nel corso di questa settimana si dovrebbe affrontare il caso dei lavoratori precoci, gli unici fin qui a rimanere in panchina nella partita delle pensioni. Il rischio che si continui a scaldare la sedia per niente è elevato.

L'unica soluzione – Lo ripetiamo da giorni, settimane, l'unica ancora di salvezza per i lavoratori precoci nella nuova riforma pensioni potrà essere quota 41, la proposta di Cesare Damiano che ad oggi però sembra caduta nel dimenticatoio. Nessuno più ne parla, nessuno l'ha mai presa davvero in considerazione. Eppure è realmente la sola idea accettata dalla categoria dei precoci, che si trova ancora a lottare contro il governo per avere un trattamento equo e dignitoso dopo essere stati tra i più danneggiati dalla Fornero.

L'ultimo grido – E mentre Zanetti difende la riforma pensioni della Fornero, con Monti che addirittura la ringrazia in diretta tv durante la partecipazione a Dimartedì, sulla scena politica uno dei pochi rimasti a ricordare quota 41 per i lavoratori precoci è Walter Rizzetto, vice presidente della commissione Lavoro, che ha sottolineato come il governo Renzi si sia dimenticato della proposta di Cesare Damiano.

Dai social – Nel frattempo i lavoratori precoci continuano a esprimere le proprie perplessità sulla prossima riforma pensioni, dubbi che lasciano perplesso anche l'utente L.R., secondo cui la flessibilità dovrebbe riguardare tutti i lavoratori altrimenti non si tratterebbe di una riforma equa. E voi precoci pensate che Renzi si ricorderà di quota 41 o quantomeno troverà una soluzione equa?