La situazione riguardante la tanto attesa riforma delle pensioni 2015, quella che dovrebbe mandare definitivamente in soffitta una serie di iniquità della legge Fornero, sembra aver raggiunto un livello paradossale: non soltanto, nonostante le promesse soprattutto del ministro Poletti, il tutto sembra essere stato accantonato e rinviato per l'ennesima volta, ma addirittura il MEF sembra essersi messo di traverso sulla questione degli esodati, bloccando i 500 milioni di euro residui del Fondo in vista della loro utilizzazione per finanziare altri interventi su altri ambiti (si vocifera che verranno utilizzati per finanziare l'eliminazione della Tasi).

Come ha sottolineato negli ultimi giorni il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, si tratta di una questione politica prima che 'economica' e sembra che il MEF abbia voluto mandare un messaggio inequivocabile su come dovrà cambiare la stessa percezione della questione previdenziale.

Conflitto vero tra Ministeri oppure no? Ultime news riforma pensioni 2015 del governo Renzi

La domanda che ci si pone è se se sia veramente in campo un conflitto tra i ministeri dell'Economia e del Lavoro e uno scontro all'interno del governo Renzi. La cifra che potrebbe essere sottratta agli esodati, circa 500 milioni di euro, non è altissima e difficilmente cambierebbe le sorti delle casse dello Stato italiano, e così il messaggio sembra essere invece un altro.

La linea del governo Renzi, nelle discussioni sulla riforma delle Pensioni 2015 e in generale nel suo intero operato, è quella di una 'sconfessione' dell'operato dei sindacati: il messaggio che arriva dal MEF sembra essere proprio questo, una vera e propria guerra dichiarata ai sindacati e soprattutto una forma di ammonimento anche per i cittadini.

È possibile che questa mossa sulla 'distrazione' dei fondi per gli esodati abbia infatti anche un'altra funzione, quella di mostrare come il governo Renzi non intenda spendere risorse finanziarie per la questione previdenziale: il 'costo zero', annunciato da Matteo Renzi in persona, avrebbe come prima conseguenza la fine degli investimenti per gli esodati.

Si tratta, dunque, proprio come ha affermato Cesare Damiano, di una lotta politica tra concezioni differenti della 'spesa sociale': da un lato, infatti, coloro che sostengono che lo Stato debba prendersi cura dei cittadini ed investire sui rischi dell'esistenza individuale (la concezione del welfare state 'vecchia maniera'); dall'altro, e il Jobs Act lo dimostrerebbe, una nuova concezione, mediante la quale debbano essere i cittadini ad investire sui rischi della propria esistenza ('nuova' concezione del welfare state di stampo 'europeo' e 'neoliberista').

Difficile immaginare come si potrà evolvere la situazione: è probabile, comunque, che i fondi per gli esodati ritornino a chi erano stati destinati, ma il messaggio politico sembra essere chiaro, la riforma delle pensioni 2015-2016, qualora realmente si faccia, sarà a costo zero e, se verrà previsto un meccanismo di flessibilità in uscita, sarà fortemente penalizzante. È tutto con le ultime news sulla riforma previdenziale del governo Renzi, per approfondimenti cliccate su 'Segui' in alto sopra il titolo dell'articolo.