Prudenza e massima allerta sull’equilibrio dei conti, sulla sostenibilità delle eventuali modifiche: queste le parole d’ordine con cui il governo sta gestendo questione pensionistica . Parole d'ordine che esprimono la preoccupazione dell'esecutivo circa la revisione o le modifiche da apportare alle rigide norme della legge Fornero nella direzione di una maggiore flessibilità.

La Comunità europea ci scruta da Bruxelles e vigila sui nostri conti, in caso di modifica alla Fornero

Le ipotesi d'intervento sulla Fornero rischiano di compromettere uno dei punti di forza dell'Italia nei confronti della Comunità Europea che avrebbe come conseguenza una potenziale incrinazione della nostra credibilità anche a livello internazionale.

Come si sa, la legge Fornero varata dal governo del professor Mario Monti nel dicembre 2011, pur con le sue storture, con i suoi errori mai rimediati, è stata ed è l'unico modo, a parere dei governi che intanto si sono succeduti, per dare ossigeno ai polmoni malati dell'economia statale e contemporaneamente credibilità e fiducia alle istituzioni europee. Appare, altresì, evidente che cambiare o semplicemente modificare il sistema delle regole vigenti verrebbe passato ai raggi x dagli organismi di Bruxelles. Per comprendere meglio quanto sia delicata la questione, basta analizzare l’ultimo rapporto sulle “Tendenze di medio-periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario” elaborato dalla Ragioneria generale dello Stato.

Dall'ultima versione si evince che, se nell’insieme non vi appare un quadro allarmante, anche in rapporto alla situazione di altri Paesi europei che hanno toccato il proprio sistema previdenziale, la situazione dei nostri conti pubblici non ci induce ancora ad una controriforma dell'attuale sistema pensionistico e del nostro welfare complessivo.

Contro i veti degli alleati Ragioneria/Europa, manifestazione giorno 15 a Roma di esodati, precoci e donne

Ecco spiegato anche perché il premier Renzi e tutto il suo entourage parlano di modifiche a “costo zero”. In questa ottica, ci viene da chiedere, saltano allora tutte le ipotesi di intervento immediato? Che fine faranno i vari ddl (quota 100, 97, 96, 41, opzione donna) tutti con il nobile scopo di sanare errori e forzature di una “folle” notte del dicembre 2011?

Per avere risposte o quantomeno sollecitarne ecco che esodati, precoci, donne, over 55, comitati pro pensionandi, si sono dati appuntamento ilgiorno 15 davanti al Mef a Roma per far sentire la loro voce con una mobilitazione generale, affiancati dai sindacati ma anche da esponenti politici vicini alla loro causa. Noi vi terremo aggiornati, voi intanto commentate la notizia cliccando anche su “segui” posto in alto sopra al titolo.