Il Sottosegretario all'Economia De Micheli del PD annuncia che interventi di riforma delle pensioni per il 2015-2016saranno già presenti nella legge di stabilità 2016, ma che bisognerà attendere il 2016 per un intervento che sia realmente strutturale. Si tratta della conferma delle parole del premier Matteo Renzi e anche di un modo per mostrare come il governo non intenda abbandonare la questione. Le ultime notizie parlano anche di un intervento di Tito Boeri, Presidente dell'Inps e 'consigliere' politico del governo Renzi, il quale ha rilanciato la possibilità di una riforma della previdenza, basata su alcuni punti che sarebbero allo studio dell'esecutivo: ad essere stata messa fuori gioco resta, comunque, la proposta del passaggio al contributivo pieno.

I malumori nel PD, comunque, in connessione anche con la riforma del Senato continuano a crescere, si tratta di un momento che potrebbe rivelarsi centrale per la sopravvivenza del governo e del Partito Democratico. Nel frattempo, mentre la riforma Pensioni Fornero sembra mantenere il suo status di 'tabù', arrivano anche gli aggiornamenti su quello che sarà lo 'scalone' a partire dal 2016: ad essere particolarmente penalizzate saranno proprio le lavoratrici.

Lo 'scalone' dal 2016, il PD, Boeri e ultime news su riforma pensioni 2015/16 del governo Renzi

A preoccupare gli italiani, è sicuramente lo scalone che la riforma pensioni Fornero prevede a partire dal 2016: le donne che lavorano nel comparto privato vedranno aumentare l'età pensionabile dai 63 anni e 9 mesi del 2015 ai 65 anni e 7 mesi del 2016; le donne che lavorano nel comparto autonomo subiranno un incremento dai 64 anni e 9 mesi del 2015 ai 66 anni e 1 mese nel 2016.

Intanto, la politica sembra agire in altra direzione: la riforma pensioni 2015-2016 si farà, ma dovrà essere a 'somma zero'e Tito Boeri annuncia quali sono le strategie sulle quali il governo Renzi sta lavorando (anche se è poco chiaro il motivo per cui il Presidente dell'Inps abbia questo ruolo 'politico'). In primo luogo, non vi saranno tagli del 30% né il passaggio al contributivo, ma riduzioni minori sull'entità delle quali si starebbe ancora ragionando; in secondo luogo, un prelievo sulle pensioni d'oro; in terzo luogo, un meccanismo che valorizzi la contribuzione mista; quarto punto, un ammortizzatore sociale per gli ultra 55enni senza lavoro, e infine la possibilità di versamenti contributivi anche dopo l'ottenimento della pensione.

Indicazioni vaghe soprattutto per quanto riguarda il tema centrale, la flessibilità in uscita, mentre il Partito Democratico è alle prese con una sua crisi interna: dalla riforma delle pensioni 2015-2016, alla riforma del Senato, passando per la riforma della scuola, la tenuta del partito di maggioranza sembra essere sempre più fragile.È tutto con le ultime news sulla riforma pensioni 2015-2016 del governo Renzi; per approfondimenti, cliccate su 'Segui', in alto sopra il titolo dell'articolo.