L'impressione è che a credere ad una proposta di riforma delle pensioni 2015 da parte del governo Renzi, riforma che sia veramente strutturale e che limiti realmente le forti iniquità della legge Fornero, sia solamente Cesare Damiano. Il Presidente della Commissione Lavoro ha, infatti, sottolineato come il suo impegno per l'inserimento di un meccanismo di flessibilità in uscita sia ancora molto forte e come il suo sarà un vero e proprio pressing ai suoi compagni di partito e di governo: il PD è perennemente a rischio spaccatura, i malumori oramai non riguardano soltanto la cosiddetta minoranza DEM ma anche la stessa base del partito che non si ritrova più in un'idea politica, portata avanti da Renzi, assolutamente neoliberista e tesa a smantellare lo stato sociale.

Il tema della previdenza è dunque centrale non soltanto per gli italiani, ma per la stessa tenuta del PD e del governo: Cesare Damiano ricorda come i lavori in Commissione Lavoro alla Camera riprenderanno mercoledì 9 settembre e al centro delle discussioni vi saranno due questioni da ritenere centrali, la soluzione per gli esodati, la settima salvaguardia, e la proroga dell'Opzione Donna.

Il tempo stringe per la riforma delle pensioni 2015 del governo Renzi, speranza esodati e Opzione Donna

La tempistica italiana è sempre piuttosto dilatata: Cesare Damiano ha sottolineato come i provvedimenti per gli esodati e per l'Opzione Donna non potranno essere pronti e presentati prima della fine di ottobre.

L'Inps ha certificato un risparmio di circa 3 miliardi di euro dal Fondo Esodati che potrebbero essere reinvestiti per la settima salvaguardia e la proroga dell'Opzione Donna: i tempi, però, sono lunghi perché si dovrà attendere la certificazione della Ragioneria di Stato sull'entità di quei fondi avanzati. Nel frattempo, Cesare Damiano chiede che il governo Renzi si decida sul tema della flessibilità in uscita e della riforma delle pensioni 2015, altrimenti sarà impossibile, per mancanza di tempo, discuterne ed eventualmente emendarla.

Anche nelle parole del Presidente della Commissione Lavoro si percepisce una certa urgenza, per non dire una certa paura: il timore è sempre lo stesso, che il premier Matteo Renzi imponga una strategia governativa e parlamentare già messa in campo con la riforma della scuola. In poche parole, si tratterebbe di presentare una proposta e di imporre che venga accolta in pochissimo tempo: qualora, poi, i malumori del Parlamento siano troppo forti, optare per una tagliola degli emendamenti e per l'apposizione della fiducia, in maniera tale da riportare alla 'ragione' tutti i dissidenti interni ed esterni al PD.

Cesare Damiano, comunque, insiste su alcuni aggiustamenti alla sua stessa proposta e le parole di Baretta, cofirmatario, lo confermano: si tratterebbe di inserire alcuni meccanismi, come da un lato una penalizzazione crescente sulla base dell'entità dell'assegno e dall'altro una flessibilità in uscita crescente nel tempo (nel 2016 consentendo di uscire un anno prima, nel 2017 due anni prima, etc.).

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