La dichiarazione tanto attesa. Per la nuova riforma Pensioni è questione soltanto di giorni. La svolta è arrivata questa settimana, con le aperture dei ministri Padoan e Poletti, ma l'accelerata decisiva l'ha data Renzi ieri rispondendo ad un lettore dell'Unità, affermando come la flessibilità in uscita sia realizzabile già con la prossima legge di stabilità. Il dado è tratto, ma non tutti possono esultare. Almeno non ancora. Ci riferiamo alla categoria dei lavoratori precoci, per i quali non vi è alcuna certezza che si trovi una soluzione. Questa in realtà ci sarebbe, vedi quota 41 di Damiano, ma pare che il governo si sia dimenticato della proposta dell'attuale presidente della commissione Lavoro alla Camera.

Il giusto equilibrio – Il premier Renzi ha indicato i tempi per la riforma pensioni, sottolineando come il governo sia alla ricerca del giusto equilibrio. L'esecutivo, prosegue il primo ministro, ha a cuore il problema delle pensioni, ma prima di qualsiasi intervento occorre trovare un equilibrio tra la spesa del sistema pensionistico, che non può essere uguale al passato, e il desiderio di alcuni (se non migliaia) lavoratori di godere della pensione qualche anno prima, magari rinunciando a qualcosa sull'assegno previdenziale. L'ex sindaco di Firenze ha assicurato che il governo sta lavorando in questo senso, per trovare quel famoso equilibrio che probabilmente è venuto a mancare nella legge Fornero.

Tolto anche il probabilmente.

Il capitano – Più volte il governo Renzi è stato accusato di non voler mettere mano alla riforma pensioni, più volte il ministro dell'Economia Padoan è stato preso di mira da alcuni utenti dei gruppi Facebook nati come simbolo di protesta di una categoria, quella dei lavoratori precoci, tra le più colpite dalla riforma Fornero.

Riguardo a questo Matteo Renzi ha confermato di essere un perfetto capitano, difendendo con convinzione uno dei “giocatori” di punta della squadra di governo.

Difesa ad oltranza – Rispondendo ad un lettore dell'Unità in merito alla riforma pensioni, il premier Renzi ha affermato che Padoan è tra le persone più sensibili riguardo l'argomento della flessibilità in uscita, ribadendo che in queste settimane l'esecutivo è impegnato nel gestire le decisioni prese dai precedenti governi, assicurando inoltre che si arriverà presto ad una soluzione dettata dal buonsenso e dalla ragionevolezza.

Parla Padoan – Il ministro dell'Economia, durante la festa nazionale di Scelta Civica a Salerno, ha parlato della riforma pensioni, dichiarando che la flessibilità in uscita non è a costo zero e che corrisponde al falso chi scrive che questa sia a costo zero. Padoan ha aggiunto che occorre vedere come viene attribuito questo costo e a chi. Con questa frase il ministro probabilmente ha confermato che chi vorrà andare in pensione con qualche anno di anticipo dovrà rinunciare a parte del suo assegno previdenziale. La cosa più importante da capire adesso è l'entità di questo sacrificio.

L'Europa ci guarda – Durante il suo intervento sulla prossima riforma pensioni, Padoan ha sottolineato un concetto ormai noto a tutti, ovvero che il sistema previdenziale italiano attuale è giudicato dalla Commissione Europea come uno dei migliori nell'UE, sia per la stabilità che per la sostenibilità.

Per questo motivo, ha sottolineato il ministro, qualsiasi misura che il governo sceglierà di adottare nella legge di stabilità sarà presa compatibilmente con i vincoli di bilancio e con i costi della flessibilità.

Dai social – Nel frattempo non arrivano segnali rassicuranti dai social, in particolar modo dai lavoratori precoci, che non hanno grande fiducia nella riforma pensioni allo studio del governo e chiedono, ancora una volta, rispetto e onestà da parte dei politici. Che cosa ne pensate di Renzi quando dice che la flessibilità in uscita è realizzabile da subito?