Tempo di tornare a Scuola ed è anche tempo di vedere come la pensano gli italiani in merito alla riforma scolastica, oggetto di durissime critiche, prima e dopo la sua approvazione in Parlamento.

Un sondaggio pubblicato sul noto quotidiano 'Corriere della Sera' e realizzato da Duepuntozero Doxa e Forum Meritocrazia, ha portato alla luce degli aspetti molto interessanti sui quali vale la pena soffermarsi.

Sondaggio scuola: per gli italiani il peggior problema sono i docenti

L'elemento che salta subito agli occhi riguarda il giudizio che viene espresso sul personale docente: la metà degli italiani, infatti, considera gli insegnanti come il 'problema' peggiore della scuola pubblica.

Non si tratta certamente di una novità, visto che i docenti sono pienamente consapevoli dello scarso appoggio da parte dei genitori dei loro studenti. In particolar modo, non piacciono i metodi e la qualità del loro insegnamento e la loro preparazione.

Il giudizio nei confronti dei docenti si presenta, però, particolarmente duro: gli insegnanti dovrebbero essere valutati dai presidi, anche se gli italiani dubitano, nello stesso tempo, che i dirigenti scolastici siano sufficientemente preparati per tale funzione.

Inoltre quasi due italiani su tre ritiene che le valutazioni qualitative come i Test Invalsi siano utili ed, ovviamente, si dà contro agli insegnanti, 'colpevoli' di non preparare adeguatamente i propri studenti a queste prove e addirittura di volerne falsare gli esiti, permettendo di copiare.

Scuola: precariato e stipendi bassi i peggiori problemi secondo i docenti

Cosa ne pensano, invece, gli insegnanti della scuola pubblica italiana? Per la metà dei docenti, il problema del precariato e gli stipendi (giudicati troppo bassi) rappresentano i mali peggiori. In merito all'attività didattica, solo il 22 per cento degli insegnanti pensa che i metodi e la qualità dell'insegnamento andrebbero migliorati.Un docente su quattro, infine, accetta solo un discorso di 'autovalutazione', mentre la metà del personale scolastico pensa che il potere di valutazione rappresenti una sorta di dittatura messa in atto dai dirigenti scolastici che finisce per compromettere la libertà di insegnamento.