Le assunzioni nella Pubblica Amministrazione saranno colpite dalla scure della spending review. Secondo quanto contenuto nella Legge di Stabilità che sta per essere presentata in parlamento per l’approvazione, il turn over del personale pensionato della Pubblica Amministrazione sarà ridotto, per l’anno 2016, al 25%. La restrizione della possibilità di assunzioni sarà valida per tutto il comparto pubblico, anche a livello locale, con la sola eccezione delle amministrazioni militari, dei magistrati e dei diplomatici.
I tagli alle assunzioni nella Pubblica Amministrazione fino al 2018, anche per i Comuni
Secondo quanto trapelato, nella bozza della Legge di Stabilità, le possibilità di assunzioni nella Pubblica Amministrazione saranno ridotte, per il 2016, al 25% del personale pensionato nel 2015, contrariamente a quanto previsto dalla norma attualmente in vigore che fissa al 60% il turn over previsto per il 2016. Una percentuale che sarebbe dovuta salire all’80% nell’anno 2017, fino ad arrivare al turn over completo del 100% nel 2018.
Un discorso a parte viene fatto per quanto riguarda i dirigenti, per i quali i la soglia del turn over dovrebbe essere innalzata al 50% nel 2016, all’80% nel 2017, per tornare al 100% nel 2018.
Per loro, il governo si appresterebbe a preparare una revisione del tetto agli stipendi.
Nel 2016, quindi, le uniche amministrazioni che continueranno a bandire concorsi pubblici secondo i programmi stabiliti, saranno le Forze Armate e di Polizia, per le quali, anzi, è già stata deliberata la possibilità di arruolamenti straordinari in deroga, per far fronte alle necessità di ordine pubblico derivanti dall’imminente Giubileo Straordinario.
Turn over al 25% fino al 2018: i Comuni contro il taglio delle assunzioni nella pubblica Amministrazione
La notizia della riduzione delle assunzioni nella Pubblica Amministrazione ha provocato l’immediata reazione dell’Anci, l’Associazione dei comuni, che secondo le dichiarazioni del suo vicepresidente Umberto Di Primo, sindaco di Chiedi, comprende la necessità dello ‘snellimento degli apparati burocratici centrali’, ma contesta l’estensione della misura ai Comuni che si troverebbero in grave difficoltà nell’erogazione dei servizi ai cittadini.
La decisione del governo di rivedere al ribasso le soglie di turn over già stabilite nella Pubblica Amministrazione, potrebbe essere motivata dalla necessità di reperire fondi da destinare al rinnovo del contratto di lavoro degli statali bloccato, illegittimamente secondo una sentenza della Corte Costituzionale, dal 2010. Fondi stabiliti inizialmente in 200 milioni di euro, ritenuti insufficienti dai sindacati in quanto corrisponderebbero ad un aumento medio di 5 euro mensili.
Un nuovo fronte caldo si annuncia per il governo, stretto nella morsa delle proteste di sindacati e Comuni, per uscire dalla quale sarebbe necessario attingere alle risorse che, al momento, parrebbero destinati all’annunciato taglio delle tasse sulla casa.