L'esecutivo del premier Matteo Renzi non ha accolto né, quindi, inserito nel disegno di legge di stabilità 2016 le proposte elaborate dalla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, presidente Cesare Damiano, per il pensionamento dei 2500 lavoratori della Scuola meglio conosciuti come “quota 96”.
Bocciata ancora una volta la proposta per il pensionamento del personale scolastico quota 96
Nessun pensionamentoper i quota 96 della scuola, di quel personale che per un vistoso errore della Fornero, ha “incarcerato” i lavoratori della scuola tra le quattro mura degli edifici scolastici dal dicembre 2011 ad oggi, e non si sa fino a quando.
Il disegno di legge della finanziaria 2016 approvato dal governo la settimana scorsa e inviato al Parlamento per la discussione ed approvazione non fa minimamente cenno alla loro annosa vertenza, abbandonandoli, è proprio il caso di dirlo, ancora una volta al proprio destino. Le proposte formulate dalla Commissione Lavoro della Camera per pensionare il personale docente e tecnico-amministrativo (circa 2500 lavoratori), non sono state giudicate “ricevibili” dal governo, perchè “destabilizzanti” delle casse dello Stato.
Nessun ricambio generazionale nella scuola, contro le ipotesi del ministro Madia
È questo il leit motiv, il filo conduttore che accompagna, ormai, da 4 anni la loro incredibile vicenda.
Salvo improbabili ripensamenti dell'ultima ora anche il prossimo anno scolastico dovranno restare rinchiusi tra le quattro mura scolastiche. Ripensamenti che potrebbero essere causati e generati dalla forza che avranno le opposizioni ma anche la minoranza dem capeggiata proprio dal presidente della Commissione lavoro della Camera, che ha sempre spinto e sponsorizzato la soluzione dei quota 96.
Ma quali effetti avrà ancora una volta il mancato pensionamento di detto personale ultra 60enne? È presto detto: avrà ricadute negative proprio su quel ricambio generazionale auspicato dalla stessa Ministra Madia. Ricordiamo che la categoria dei docenti italiani ha la media età più alta d'Europa. Il non glorioso primato vede, infatti, un'età media compresa tra 52 e 55 anni.
Al danno, dal prossimo anno si aggiungerà anche la beffa.
Infatti dal primo gennaio i requisiti anagrafici per andare in pensione saranno aumentati per via dei 4 mesi di adeguamento alla stima di vita e per i quota 96 non vale neanche la flessibilità in uscita promessa dal premier Renzi per i primi mesi del 2016.