l governo Renzi manterrà le promesse sulla riforma Pensioni, in particolare sulla flessibilità in uscita? Farà qualcosa per i lavoratori precoci? Con la Legge di Stabilità appena presentata -importante ricordare che sarà valutata sia dall'UE che dal Parlamento prima dell'approvazione definitiva- l'esecutivo in effetti mantiene più o meno due promesse: la proroga all'Opzione Donna fino al 31 dicembre 2015 (ma non si sa ancora bene sui tre mesi in più di età anagrafica), e la settima salvaguardia esodati (ma non per tutti quelli che ne avrebbero diritto secondo certi calcoli).
Ma il nodo centrale resta lapensione anticipata, quella che una volta era detta pensione di anzianità ed ora più prosaicamente uscita flessibile,nella quale formalmente rientra anche la pensione dei precoci. Per ora è stato solo proposto il part time pensionistico, chiamiamolo così, per i lavoratori con almeno 63 e 7 mesi di età, dunque già abbastanza vicini al traguardo che devono comunque raggiungere lavorando, seppur a orario ridotto (e quindi con uno stipendio inferiore, ma almeno poi senza penalità sulla pensione). Renzi ha ribadito però che nei prossimi tre mesi, comunque per il 2016, si porrà mano alle norme sulla pensione anticipata della Legge Fornero, introducendo quindi questa benedetta flessibilità: ma che prospettive ci sono?
Notizie pensioni oggi 16 ottobre: il governo Renzi non introduce la flessibilità in uscita, promesse mantenute a metà (anche meno)
Le richieste dei lavoratori, almeno a parole con l'appoggio dei sindacati, sono chiare: la Legge Fornero ha posto requisiti troppo vincolanti, si va in pensione troppo tardi. Questo può essere accettabile per alcuni, ma ad esempio i lavoratori precoci che raggiungono i 40 anni di contribuzione ad un età relativamente giovane -giovane per la pensione- sono costretti a rimanere operativi fino al raggiungimento di un'età anagrafica che mal si concilia con l'aver iniziato a lavorare in età adolescenziale: per il 2015 il prepensionamento (“pre” in relazione alla pensione di vecchiaia ovviamente) è possibile con 41 anni 6 mesi di contributi per le donne, 42 e 6 mesi per gli uomini, ma già dal 2016 verranno aggiunti 4 mesi e si arriverà a più di 42/43 anni dal 2019.
Da notare che, se non ci saranno cambiamenti, per chi andrà in pensione anticipata dopo il 2017 ci sarà una penalità sulla pensione, dunque per i lavoratori precoci quasi una presa in giro.
Cosa pensare dunque? Il governo Renzi davvero farà una parziale riforma delle pensioni introducendo la flessibilità in uscita allentando quindi i requisiti?
Sono mesi che se ne discute e non sono mancate le promesse, ma il tira-e-molla delle ultime settimane ha fatto infuriare i diretti interessati.
Arrivati al dunque, cioè alla proposta di Legge di Stabilità, le uniche cose che il governo propone concretamente sono:
- la proroga dell'Opzione Donna, o meglio il ritorno al termine originale del 31 dicembre 2015, senza far sapere ancora sui tre mesi di età in più aggiunti dall'INPS: coinvolte 10mila lavoratrici
- la settima salvaguardia esodati: ma se il testo elaborato dalla Commissione Lavoro è “solo” una proroga nei termini delle condizioni per accedere alla sesta salvaguardia che lascerebbe fuori una consistente parte di interessati, quanto contenuto della Legge di Stabilità non allarga la platea degli potenziali aventi diritto
- la possibilità di ridurre l'orario di lavoro, avendo però i contributi pagati per intero e uno stipendio leggermente superiore rispetto ad un normale part-time, per i lavoratori con almeno 63 e 7 mesi di età, molto vicini alla pensione di vecchiaia dunque
Il governo Renzi deve rispettare i parametri di bilancio europei e al contempo vuole ridurre le tasse, in più la spesa pensionistica prevede, oltre alle norme su esposte (solo per l'Opzione Donna si tratta di 2.5 miliardi), anche il rimborso ai pensionati per rivalutazione pensione: cosa verrà proposto nei prossimi mesi per la flessibilità in uscita rimane un mistero.