Nella giornata di ieri, Matteo Renzi ha risposto ad alcune domande che gli sono state poste durante il question time alla Camera dei Deputati. Il premier ha focalizzato la sua attenzione alla prossima Legge di Stabilità, punto fondamentale di svolta per l'economia del nostro Paese. 'Ormai siamo fuori dalle sabbie mobili', queste le parole di Renzi che racchiudono il suo pensiero. E proprio in questa occasione, il leader del Pd sottolinea tre punti: la cancellazione della Tasi sulla prima casa, il taglio dell'Ires a partire dal 2017 e un progetto dedicato alle persone più povere.

Renzi: 'Concentrarsi sulla crescita e sul lavoro'

Quindi, cosa fare per aiutare le fasce più disagiate? Renzi dice che è necessario concentrarsi sulla crescita e sul lavoro. Intanto, anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, auspica un intervento anti-povertà, ma non generalizzato, bensì dedicato alla povertà infantile. Un intervento che potrebbe far piacere ai centristi che chiedono delle misure a favore delle famiglie e dei figli. L'importante, però, è trovare le necessarie risorse economiche per poter arrivare a modifiche di questo genere. Il premier Renzi ribadisce che non verranno effettuati tagli alla sanità, come si era vociferato in questi ultimi giorni.

Obiettivo principale: tenere sotto controllo la spesa pubblica

Comunque il tempo a disposizione per poter modificare la legge Fornero non è molto, dato che la prossima Legge di Stabilità inizierà ad essere discussa tra circa due settimane. La riforma del sistema previdenziale è un argomento delicato che merita attenzione e, per questo, si stanno valutando tutte le ipotesi e gli eventuali costi da applicare alle modifiche che dovrebbero essere apportate.

La questione principale è quella di tenere sotto controllo la spesa pubblica, in considerazione del fatto che si ha a disposizione circa un miliardo di euro. Pier Paolo Baretta, vice-ministro dell'Economia, spiega che, di questa situazione, se ne stanno occupando sia Padoan che Poletti. Ma qual è l'ipotesi più accreditata per rendere il sistema pensionistico più flessibile?

La misura allo studio prevede l'abbassamento dell'età pensionabile al raggiungimento dei 63 anni di età, con 35 anni di contributi ed una penalizzazione del 3 o 4 percento annuale.

Vedremo, tra qualche giorno, come il governo Renzi si orienterà nella 'districata matassa' della riforma del sistema previdenziale.