Ha parlato delle riforme già realizzate e della legge di Stabilità 2016 che punterà molto sulla riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese con l'abolizione della Tasi sulla prima casa e dell'Imu agricola, ma da New York il presidente del Consiglio ieri ha evitato di toccare il tema della riforma Pensioni. A parlarne, ieri, sono stati però tre esponenti dell'esecutivo, in ordine cronologico: il ministro del Lavoro, il sottosegretario all'Economia e il ministro dello Sviluppo Economico. "Trovare un buon punto di equilibrio - ha detto il ministro Giuliano Poletti - è il lavoro che stiamo facendo in questi giorni".
L'esponente del governo ha assicurato che qualche misura per la flessibilità in uscita verrà inserita ma bisogna fare inevitabilmente i conti con i "vincoli della finanza pubblica" e quindi "bisogna riflettere bene" su quali interventi sono sostenibili e quali invece risultano molto costosi".
Previdenza e flessibilità, ultime novità in arrivo dal Governo Renzi
Rassicurando comunque che l'esecutivo interverrà sulle pensioni con la prossima legge di Stabilità per sbloccare i turnover, Poletti ha aggiunto che ancora "non è possibile dire quale sarà l'intervento che faremo" spiegando che proprio sulla riforma pensioni è in corso una riflessione comune con il ministro dell'Economia. Il sottosegretario al Mef, Pier Paolo Baretta, la pensa praticamente allo stesso modo e sottolinea che nuove forme di prepensionamenti vanno inserite sia per consentire ai sessantenni di andare in pensione prima, soprattutto quelli che fanno lavori pesanti e chi ha cominciato a lavorare da giovane (i lavoratori precoci), ma soprattutto per creare nuovo lavoro per i giovani.
La flessibilità in uscita arriverebbe in un momento "positivo" per l'Italia e, "visto che siamo in ripresa economica - ha sottolineato il sottosegretario all'Economia - c'è bisogno di un mix e di un ricambio generazionale nel sistema imprenditoriale". "La flessibilità in uscita mi trova molto d'accordo", ha affermato ieri il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi.
Secondo l'esponente del Governo Renzi per rimettere in moto il circuito delle assunzioni dei giovani occorre eliminare il "tappo ai pensionamenti" della legge Fornero. Si potrebbero anche in questa direzione, secondo il ministro Guidi, trovare degli accordi con le imprese che possono essere chiamate a "compartecipare in qualche forma".
Con moderazione, ma pronta a dare battaglia "insieme" ai sindacati, la minoranza del Pd. "Aspettiamo che i ministri Poletti e Padoan - ha ribadito ieri il presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano - ci dicano nei prossimi giorni cosa intendono fare sulle pensioni". Tra gli interventi che dovrebbero entrare nella manovra finanziaria, per i quali Damiano rivendica i meriti della commissione Lavoro di Montecitorio, quelle relative al settimo provvedimento che salvaguarda gli esodati, alla proroga della opzione donna e a misure per la mini flessibilità comunque ancora da definire. Anche se la minoranza del Pd e i sindacati sulla riforma delle pensioni chiedono un po' di più. Ma non tutti la pensano allo stesso modo.
Scelta Civica plaude alla linea di Renzi e Padoan sulla riduzione delle tasse e la previdenza. "Non si può utilizzare la cosiddetta flessibilità di bilancio - ha detto Gianfranco Librandi - solo per le pensioni. Se Renzi vuol davvero essere il Clinton o il Blair italiano - ha aggiunto il parlamentare di Sc - il momento è adesso".