Ritocchi al sistema delle Pensioni, interventi sul lavoro, occhio al sistema sanitario nazionale e soprattutto tagli alla spesa pubblica improduttiva. Questi sono soltanto alcuni dei capitoli che restano ancora aperti nel cantiere aperto dal Governo Renzi per la legge Stabilità 2016. Sembra cambiare ogni giorno sempre di più forma la manovra economica e finanziaria che l'esecutivo dovrebbe varare al consiglio dei ministri di giovedì 15 ottobre.
Pensioni e lavoro, sanità e spending review: i nodi da sciogliere sulla legge di Stabilità
Ancora irrisolti i dubbi sull'entità della spending review: le risorse recuperate dai tagli alla spesa pubblica - circa 5/6 miliardi, la metà del previsto nel Def - dovrebbero coprire una parte importante delle clausole di salvaguardia.
Il governo punta a risparmiare, tra l'altro, 3miliardi di euro sulla sanità, 2,5 miliardi sulla centralizzazione degli acquisti, un miliardo sui tagli ai ministeri. Da sciogliere ancora anche i nodi venuti al pettine sui provvedimenti per la flessibilità in uscita verso la pensione anticipata che in qualche maniera ritocchino la legge Fornero; si attendono risposte, anche se su questo fronte non dovrebbero esserci problemi anche sulla salvaguardia degli esodati e sul pensionamento degli insegnanti della Quota 96 scuola.
Riforma pensioni e flessibilità, scontro aperto del Partito democratico di Renzi
Diversi i pezzi del puzzle della legge di Stabilità che ancora mancano, mentre proseguono senza sosta vertici tecnici e politici, scontri e polemiche non solo tra sindacati, opposizione e governo, ma anche interne alla stessa maggioranza.
Una parte del Pd, riunita due giorni fa in una sala di Montecitorio dal parlamentare renziano doc Edoardo Fanucci, sembra preferire alla riforma pensioni la riduzione delle tasse per tutti e la stabilizzazione dei contributi alle imprese sulle assunzioni con contratto a tempo indeterminato. La minoranza dem chiede sia i contributi sui nuovi assunti che la flessibilità in uscita, che secondo il presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano potrebbe portare, a lungo termine, dei vantaggi alle casse dello Stato e nell'immediato può creare nuovi posti di lavoro per i giovani, e che la riduzione delle tasse non sia uguale per tutti ma più vantaggiosa per chi ha redditi più bassi.
Un partito diviso mentre il premier e segretario dice di lavorare per un "Pd unito". Intanto, l'opposizione incalza e chiede interventi sul sistema previdenziale. "Le difficoltà degli italiani - ha detto Renata Polverini, vicepresidente della commissione Lavoro di Montecitorio - sono sotto gli occhi di tutti, dagli esodati ai quota 96 scuola per i quali - ha evidenziato l'ex governatrice della Regione Lazio - non é ancora arrivata una risposta definitiva da parte del governo".