In Parlamento è iniziata la classica sessione di bilancio, cioè l’esame in Commissione dei disegni di legge dal punto di vista della loro incidenza sulle casse pubbliche e quindi della loro fattibilità. Inizia la fase degli emendamenti, delle proposte di correzione e sicuramente opzione donna, il provvedimento di uscita anticipata per le lavoratrici, sarà uno degli argomenti che ne avrà di più. Proprio sulle cifre stanziate e sulla platea presunta di beneficiarie, i pareri sono contrastanti anche alla luce di una potenziale estensione del provvedimento agli anni successivi il 2015.

Il punto su opzione donna

In Legge di Stabilità, il Governo ha stanziato 2 miliardi di euroa copertura del provvedimento di uscita anticipata delle donne lavoratrici. Numeri alla mano, l’Esecutivo pensa che opzione donna verrà sfruttata da circa 36.000 lavoratrici che quindi andranno in pensione in anticipo. Secondo molti però, i numeri delle potenziali neo pensionate e la cifra stanziata di conseguenza è troppo alta visto il sacrificio economico richiesto alle donne che optano per la pensione anticipata. Infatti il calcolo esclusivamente fatto con il sistema contributivo, nonostante la maggior parte dei contributi versati sia nel sistema retributivo o misto, riduce la pensione futura che percepiranno questi soggetti, anche del 30%.

Pensare ad una fuga di massa dal lavoro per 36.000 lavoratrici è una previsione molto ottimistica ma che dovrà essere confermata ufficialmente solo dopo il 31 dicembre del 2015. Infatti la nuova legge di stabilità ha esteso il provvedimento a tutte coloro che raggiungono il requisito dei 35 anni di contributi e dei 57 anni di età (58 per le lavoratrici autonome) e 3 mesi entro fine 2015.

È possibile l’estensione anche al 2016, 2017 e 2018?

Il provvedimento così come è inserito in manovra finanziaria, presenta alcune problematiche che andranno discusse e possibilmente risolte. Il primo problema sono i 3 mesi aggiuntivi ai 57 anni di età, quelli relativi all’aspettativa di vita. Con questi ulteriori 3 mesi necessari per raggiungere il requisito dell’età anagrafica necessaria, le donne che compiono gli anni nell’ultimo trimestre del 2015 non sono comprese nel provvedimento.

Si pensa già a predisporre un correttivo per estendere anche a loro il beneficio in modo tale da completare tutto l’anno 2015 e sembra che la direzione dei legislatori sia proprio questa. Molti comitati e gruppi di lavoratrici chiedono però l’allargamento del provvedimento anche agli anni successivi, quasi a rendere opzione donna non più temporanea, ma strutturale. Per la verità, il carattere di opzione donna, nato nel 2004 è sperimentale, cioè è soggetto ad una analisi sulla sua riuscita. Alla fine di quest’anno, tirando le somme sui risultati ottenuti, sulle uscite di denaro pubblico e su quante donne hanno beneficiato di questa possibilità, si potrà dire se il provvedimento possa essere o meno allargato.

La mancanza di coperture economiche, come dichiarato anche dal Ministro Poletti, non permettono di modificare niente da questo punto di vista e nemmeno di fare previsioni di rettifiche future.Secondo molti esponenti politici, anche di maggioranza, a fine anno, non si riuscirà a spendere tutti i 2 miliardi predisposti e questi risparmi aggiunti a quelli ottenuti riducendo le indicizzazioni delle Pensioni superiori a 4 volte il trattamento minimo, possono essere utilizzati per estendere ulteriormente l’opzione anche a chi compi 57 anni anche nel 2016 ed oltre.