A sorpresa il documento della riforma Pensioni proposta da Boeri, presidente dell'Inps, a giugno, è stato pubblicato sul sito ufficiale dell'istituto di previdenza. I punti più importanti riguardano la pensione anticipata a 63 anni e itagli ai vitalizi dei politici. Quest'ultima proposta troverebbe il consenso non solo dei lavoratori precoci ma della maggioranza degli italiani. C'è spazio anche per il reddito minimo garantito di 500 euro, a partire dal 2018, per le famiglie con un componente over 55.

La riforma pensioni secondo Boeri

La paura più grande dei lavoratori precoci è di ritrovarsi l'assegno previdenziale calcolato interamente mediante il sistema contributivo qualora la riforma pensioni di Tito Boeri andasse in porto.

Una paura, al momento, ingiustificata, dal momento che nella proposta del numero uno dell'Inps si parla di contributivo unicamente per le pensioni d'oro (5 mila euro lordi al mese) e i vitalizi dei politici. Nel gruppo Facebook "Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti", la proposta di Boeri non è passata inosservata. In molti vedono nel professore della Bocconi un avversario, sopratutto a causa della sua "vicinanza" al contributivo, che significherebbe in concreto pensioni più leggere. Fino ad oggi però non si erano ancora conosciute realmente le idee presentate in estate al governo dall'economista italiano. Ora che sono note a tutti e consultabili gratuitamente, continuano ad essere avvertite con diffidenza.

I precoci infatti hanno paura che il ricalcolo della pensione con il contributivo possa interessare più in là non soltanto le pensioni più alte ma anche quelle più basse, quelle cioè della gente "comune".

Un primo stop è arrivato dal ministro del Lavoro Poletti, che ha definito sì utili le proposte avanzate da Boeri in merito al dibattito della riforma previdenziale, sottolineando però: "Oltre a misure utili come la flessibilità in uscita, ne contiene altre - afferma Poletti - che mettono le mani nel portafoglio a milioni di pensionati, con costi sociali non indifferenti e non equi".

Il governo Renzi non sembrerebbe dunque così entusiasta. Giuliano Poletti ha poi proseguito dicendo: "Per non far pagare questi costi ai pensionati servono risorse che al momento non ci sono". Ritorna dunque centrale la questione economica. L'assenza di risorse è ritenuta, dagli addetti ai lavori e non, una delle "spie" più pericolose per un possibile rinvio infinito della riforma.

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