Ormai in molte regioni d’Italia, le amministrazioni stanno mettendo in piedi quello che a livello nazionale non si riesce ancora a fare, un sussidio da erogare ai cittadini più bisognosi. In Basilicata, il reddito minimo di inserimento è già realtà ed in questi giorni si attendono le graduatorie per coloro che hanno fatto domanda. In Piemonte si sta definendo il piano per il reddito minimo che il Governatore Chiamparino da sempre promuove, così come Maroni e la sua Lombardia in cui si parla di reddito di autonomia. Adesso è la volta della Puglia e del suo reddito e dignità, progetto simile che è rivolto ai bisognosi.
Cosa si è approvato in Regione
La Giunta di centrosinistra della Regione Puglia ha varato un piano di aiuto per coloro che si trovano in una condizione di difficoltà, sotto la cosiddetta soglia di povertà. Il progetto servirà prima di tutto a ridare ossigeno a coloro che in questi anni di grave crisi economica sono privi delle risorse necessarie per una vita dignitosa e che sono esclusi socialmente perché privi di lavoro. Il programma messo a punto dal Governatore Emiliano non sarà annuale, ma è un programma di medio termine, della durata di almeno 5 anni. Infatti, si pensa di erogare il sussidio per 20mila famiglie all’anno e secondo le stime, al termine dei cinque anni, tutta la popolazione in difficoltà della regione dovrebbe essere coperta dal sussidio.
Come per i progetti delle altre regioni che si sono attivate in questo senso, anche per la Regione Puglia il sussidio non sarà fine a se stesso, ma sarà indirizzato verso il reintegro in società dei più indigenti. Ci sarà da firmare il solito patto di servizio, cioè la disponibilità ad accettare i percorsi di reinserimento che la Regione proporrà ai beneficiari.
Beneficiari e funzionamento del sussidio
Il parametro utile all’erogazione del sussidio sarà sempre l’ISEE, l’indicatore della situazione economica che dovrebbe essere fissato a 3.000 euro. Emiliano conta di erogare fino ad un massimo di 600 euro a famiglia, nel caso di famiglie con almeno 5 componenti. Il periodo massimo di erogazione del beneficio sarà di un anno ferma restando la possibilità di revoca, nei casi in cui la situazione reddituale del beneficiario cambi durante il periodo di erogazione, oppure nei casi in cui il soggetto abbia completato il periodo di nuova inclusione sociale.
Le domande per il sussidio dovrebbero essere predisposte ed inviate al Servizio Sociale del Comune di residenza. Allo stesso ufficio, sarà obbligo di ogni beneficiario comunicare le variazioni di condizione del proprio nucleo familiare, soprattutto per quanto concerne punti che possono far venir meno il proseguimento del periodo indennizzato.