L'esecutivo guidato dal premier Matteo Renzi molto prudente sul piano di riforma Pensioni rilanciato ieri dal presidente dell'Istituto nazionale per la previdenza sociale Tito Boeri. Secondo le ultime notizie che arrivano da Palazzo Chigi, il governo non ha nessuna intenzione di agire frettolosamente su una questione così delicata come la riforma previdenziale e quindi si punterebbe, piuttosto, a una delega ampia e "lungo termine", che faccia attenzione al principio di equità sociale, con risorse finanziaria da prevedere non nella legge di Stabilità 2016 all'esame del Senato ma nella manovra del 2017.

Dunque esattamente fra un anno, giorno più giorno meno.

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Le novità sulla pensione anticipata per tutti, a questo punto, potrebbero poi essere in vigore dal 2018. Ben lungi dalle promesse di Renzi e Poletti durante l'anno dopo il rinvio dell'anno scorso. L'esecutivo, secondo quanto hanno spiegato "fonti vicine al dossier pensioni" all'agenzia di stampa Adnkronos, preferisce quindi procedere con molta cautela per dare risposte adeguate all'esigenza di tutela della finanza pubblica ma anche per minimizzare le ricadute sul piano sociale con una riforma che possa andare a scapito delle pensioni più basse. Il governo, che in ogni caso studierà con attenzione alcune delle proposte rilanciate dal presidente dell'Inps, ha già messo in evidenza alcuni punti critici nel piano di riforma pensioni di Tito Boeri.

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In particolar modo a proposito delle risorse economiche necessarie per introdurre più flessibilità per la pensione anticipata da recuperare attraverso i tagli ai vitalizi dei politici e alle pensioni d'oro di chi ha gli assegni calcolati solo con il sistema retributivo.

Secondo quanto fanno sapere da Palazzo Chigi questa soluzione potrebbe addirittura avere margini di incostituzionalità, tanto da fare ipotizzare una possibile bocciatura da parte della Corte Costituzionale. Anche l'ipotesi di sostenere economicamente nuove formule di pensione anticipata a 62 anni mediante una rivisitazione al ribasso delle pensioni di anzianità non sarebbe per Palazzo Chigi una strada percorribile in quanto potrebbe produrre nuove iniquità sociali che sono in contrasto con quelle che è la mission del Governo Renzi.

Nella finanziaria 2016, in materia previdenziale, vengono confermate però la salvaguardia degli esodati, l'estensione dell'opzione donna con il contributivo, il prepensionamento con il sistema del part-time, l'allargamento della platea della no tax area.