Proseguono incessantemente i lavori sulla riforma pensioni, il 7/11 scadranno i termini per poter presentare gli emendamenti all'attuale Legge di Stabilità, il testo sarà poi in Aula dal 14/11. La minoranza dem ha intenzione di proporre ben dieci emendamenti e tra questi dovrebbe rientrare anche la richiesta di depenalizzare i lavoratori precoci che essendo andati in pensione prima del 2015 e senza aver compiuto 62 anni d'età, hanno subito una decurtazione sul proprio assegno pensionistico. Ricordiamo, infatti, che la Riforma Fornero aveva introdotto una sorta di disincentivo per tutti coloro che volevano accedere alla quiescenza in modo anticipato senza aver ancora compiuto il 62esimo anno d'età.
I lavoratori precoci che ancora oggi continuano a battersi per un provvedimento ad hoc, come la Quota 41, che non tenga conto dell'età anagrafica di accesso alla pensione, ma unicamente dei contributi versati, sono stati coloro che hanno subito dette penalizzazioni. Potrebbe ora giungere finalmente la svolta? Vediamo in dettaglio cosa potrebbe accedere se venisse presentato ed accoltoun emendamento in tal senso.
Riforma pensioni precoci, addio delle penalizzazioni ante 2015? La minoranza dem al lavoro
La riforma Fornero del 2011 prevedeva una decurtazione pari ad un punto percentuale per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni richiesti e due punti percentuali per ogni anno di anticipo rispetto ai 60.
In buona sostanza giusto per fare un semplice esempio: un lavoratore precoce andato in pensione ante 2015 all'età di 58 anni, ha subito una penalizzazione pari al 6% sul proprio assegno pensionistico. Dal 2015 al 2017 ricordiamo che tali penalizzazioni sono state'stoppate' (legge 190/2014), da qui la necessità, secondo la minoranza di dem, di eliminare l'ingiustizia creatasi ad esempio tra coloro chesono andati in pensione il 31/12/2014subendo ladecurtazione sopra citata ecoloro che ne hanno avuto accesso dal 1/1/2015 con assegno pieno.
Sul webgli iscrittial gruppo 'lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti' continuano aconfidare, invece, che la flessibilità possa essere introdotta prima del 2016. La loro speranza è che passi il Ddl 857 Damiano-Baretta nella sua interezza. Ossia flessibilità a partire dai 62 anni +35 di contributi con penalizzazioni massime dell'8%e la Quota 41 senza limiti d'età e penalizzazioni.
Le ultime news sembrano però vedere lo stesso Damiano propenso a trattare col Governo Renzi una 'nuova' forma di flessibilità che consenta l'uscita anticipata a partire dai 64 anni d'età. Se così fosse che fine farebbe la quota 41? È presto per dirlo, al momento si spera almeno venga ripristinata giustizia trai lavoratori precociche sono andati in pensione con lo stesso montante contributivo ante e dopo il 2015.