Le novità relative alla riforma pensioni precoci fino ad oggi 30/10 non sono delle migliori. Nella Legge di Stabilità, che ha già ottenuto l'Ok dal Presidente della Repubblica Mattarella, nulla é stato fatto per tutelare coloro che hanno già versato ben 41 anni di contributi. La logica portata avanti dall'esecutivo Renzi pare essere quella che ci si può ritirare dal lavoro solo se si ha un'età anagrafica vicina ai requisiti attualmente richiesti dalla Legge Fornero. Poco importa, pare essere il messaggio intrinseco che passa, quanti anni di lavoro e che tipo di lavoro il pensionando richiedente la quiescenza abbia fatto nel corso della propria vita lavorativa.
Proprio ancorandosi a questa assurdità cercano di fare sentire, con ogni mezzo, la loro voce i lavoratori precoci, che faticano anche a tollerare il termine pensione anticipata. Secondo loro, infatti, andare in pensione dopo 41 anni di contributi versati non é assolutamente un privilegio, né tantomeno un regalo anticipato, ma semplicemente un giusto diritto più che acquisito che il Governo dovrebbe una volta per tutte riconoscere.
Ultime notizie riforma pensioni precoci e quota 41: il Governo accerchiato, cambierà idea?
Gli stessi esponenti politici sono spesso entrati in contrasto tra di loro, da un lato vi sono Damiano (Pd), Salvini (Lega Nord), Rizzetto (Alternativa Libera) oltre ai sindacati Vera Lamonica (Cgil) e la Camusso(Cgil) che si sono detti assolutamente favorevoli a misure ad hoc per coloro che hanno già lavorato per così tanti anni.
Considerando anche il fatto che spesso, come ha più volte puntualizzato Damiano, si tratta di lavoratori che hanno svolto, avendo in iniziato a lavorare in giovane età, mansioni particolarmente usuranti e pesanti per tutto l'arco o quasi della loro vita e che oggi meritano riposo. Dall'altro vi sono Renzi e Poletti che continuano a ribadire che la flessibilità potrà essere concessa solo dal 2016 a 'conti certi' per evitare errori già commessi nel passato ed evitare azioni 'raffazzonate' sull'attuale riforma Pensioni.
I lavoratori precoci, dal canto loro, seppur non intendono mollare la loro lotta e annunciano la partecipazione in piazza il 21 di novembre al fianco di Landini (Fiom), che ha indetto per quella data una manifetsazione nazionale contro il Governo Renzi, iniziano ad essere consci della difficoltà di far arrivare la loro richiesta 'alle orecchie di chi non vuol sentire'.
Ecco quanto afferma su Facebook, Ulisse Donati, un pensionando iscritto al gruppo 'lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti'"Il Governo e il Parlamento hanno fatto bene i loro conti, nei prossimi 2/3 anni i lavoratori precoci 'scompariranno', e saremo tutti in pensione con la riforma fornero, sopratutto la fascia dei nati dal 1952 al 1956.
io per esempio ho 62 anni (sono del 1953) e 41 e 10 mesi di INPS, sicché nel 2016 a ottobre sarò in pensione. Tutto questo anno passato tra promesse, speranze e illusioni, non e' servito a niente".
La pensate nello stesso modo del Signor Ulisse, il Governo Renzi temporeggerà fino a che i precoci si saranno 'estinti' o vi sarà davvero la volontà politica di intervenire prima per sanare il loro 'dramma' previdenziale? Il Presidente della Commissione Cesare Damiano continua a ribadire, anche stamane in diretta a 'Mi Manda RaiTre', che solo concedendo la flessibilità in uscita molti dei nodi critici ancora aperti sul fronte pensionistico potrebbero davvero vedere una risoluzione definitiva.