Gli emendamenti di modifiche proposto per le pensionialla legge di stabilità sull'opzione donna sono stati accolti solo dopo un compromesso e solo parzialmente. La possibilità di andare in pensioneoltre il 31 dicembre 2015è legata, infatti, ai risparmi avanzati dai 2,5 miliardi messi a disposizione dall'esecutivo, o meglio dalla Ragioneria generale dello Stato con il disegno di legge della manovra finanziaria 2016.E' questo il compromesso raggiunto ed approvato con le ultime limature alla manovra, tra le forze politiche presenti in Commissione Bilancio della Camera, risultato di un intenso lavoro di mediazione in particolare tra la minoranza del partito democratico ed i tecnici della Ragioneria, poco inclini a cambiamenti "stravolgenti" gli equilibri finanziari e fermi ad una interpretazione restrittiva della legge Maroni del 2004

Opzione donna e Ragioneria: un rapporto burrascoso lungo 11 anni

La storia dell'Opzione donna, com'è risaputo non è nuova.

È una storia infinita, lunga 11 anni. Il beneficio di prepensionamentoè sperimentale e fu introdotto dall'allora ministro al lavoro Maroni del governo Berlusconi nel 2004 (l'opzione difatti prende il nome di legge Maroni) che consente, sino alla fine di quest'anno, alle donne lavoratrici di uscire dal mondo del lavoro anticipatamente con la clausola di accettare un assegno pensionistico calcolato con il metodo contributivo. Il requisito previsto dalla legge Maroni è esserein possesso di almeno57 anni di etàe 3 mesi (58 anni e 3 mesi le autonome) e 35 di contributi. Quello che sembrava essere un beneficio si è però dimostrato essere in questi anni un lacciuolo non facilmente risolvibile, un vero tormentone per le lavoratrici.

L' Inps, infatti, con due Circolari nel 2012, ha dato un'interpretazione restrittiva al termine del 31 dicembre 2015; Ha difatti inteso il termine del 31 dicembre 2015 come data di decorrenzadella pensione e non come data di maturazione dei requisiti. Quest'interpretazione ha generato a lungo andare una scia di polemiche e di prese di posizioni, pro e contro.

La legge di stabilità ristabilisce un diritto leso.

La legge di stabilità rende giustizia alle lavoratrici, difatti stabilisce cheresterà aperta nei confronti di quelle donne in possesso di 57 anni e 3 mesi di età (58 anni e 3 mesi le autonome) e 35 anni di contributi al 31 dicembre 2015. Inoltrepotranno beneficiarne anche tutte le nate entro il30 settembre 1958, le autonome entro il30 settembre 1957.

Lenate dal 1° ottobre 1958 (o 1957 se autonome) in poi potranno beneficiarne solo se avanzeranno dei fondi per un ulteriore prosieguo della sperimentazione. L'Inpsentro il 30 settembre di ogni anno, dovrà redigere una relazione relativa agli oneri previdenziali ed al numero delle interessate.Nel caso dovessero risultare avanzi di amministrazione,verrà disposto l’utilizzo delle risorse non utilizzate per proseguire nella sperimentazione .