I sindacati si dichiarano pronti a scendere in piazza e ad aprire una vertenza con il governo sul tema della riforma delle Pensioni.

Archiviata la legge di Stabilità 2016, che si avvia all’approvazione senza aver dato risposte ai numerosi quesiti sul superamento della riforma delle pensioni targata Monti-Fornero, i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno fatto il punto della situazione attraverso tre assemblee unitarie tenute a Bari, Firenze e Torino.

La Camusso a Firenze: ‘Apriamo una vertenza sulla riforma delle pensioni’

All’assemblea di Firenze e stata Susanna Camusso, segretario della Cgil, a tenere il dicorso per illustrare la piattaforma unitaria dei sindacati sul tema delle pensioni.

‘Se la legge sulle pensioni non cambia, l’Italia è destinata a diventare un paese poverissimo, con i precari di oggi che non avranno una pensione per vivere’, è stata questa l’introduzione della Camusso alla lista delle rivendicazioni dei sindacati.

Tra i diversi punti elencati nella piattaforma che i sindacati intendono sostenere con una vera e propria vertenza nei confronti del governo, tutti gli argomenti che sono stati oggetto di proposte e discussioni nel corso degli ultimi mesi e che il governo ha deciso di rimandare al 2016.

Si va dalla flessibilità sull’uscita dal lavoro, per la quale sono sul tavolo, tra le altre, le proposte di Damiano e di Boeri, alla Quota 41 per i lavoratori precoci, senza dimenticare gli esodati ancora in attesa di ulteriore salvaguardia, e l’Opzione Donna, toccata solo marginalmente, e senza dare certezze, con la legge di Stabilità 2016.

Damiano: ‘Bene l’unità dei sindacati sulla riforma delle pensioni’

Un primo commento alla discesa in campo dei sindacati per il superamento della legge Fornero è arrivato da Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera, tra i più attivi nella battaglia parlamentare su esodati, Opzione Donna e flessibilità.

Damiano giudica positivamente l’unitarietà dei sindacati su pensioni anticipate, flessibilità e lavoratori precoci, auspicando una convergenza sui ddl da lui proposti: la possibilità di andare in pensione a 62 anni e con 35 anni di contributi a fronte di una penalizzazione massima dell’8 per cento sull’assegno, per quanto riguarda la flessibilità, e la cosiddetta Quota 41 con la quale i lavoratori precoci, avendo cominciato a lavorare giovanissimi, potrebbero andare in pensione al raggiungimento dei 41 anni di contribuzione.

Tutti temi che il governo ha rimandato al 2016 e sui quali il sindacato promette battaglia affinchè sia ‘la volta buona’ anche per il superamento della legge Fornero.