Considerando improbabile, anche se ancora possibile, un ritorno della Legge di Stabilità in Commissione Bilancio per una ulteriore valutazione, possiamo dire che ormai ci siamo. La Legge è giunta alla Camera, dove sarà discussa e votata dai deputati prima della sua approvazione che, ripetiamo, deve essere fatta entro la fine dell’anno, per fare in modo che venga attuata già dal 1° gennaio 2016. Le discussioni maggiori che hanno accompagnato l’iter della manovra finanziaria, hanno riguardato il capitolo previdenziale. Vediamociò che ècambiato sul fronte Pensioni e su cosa, adesso, la Camera deve esprimere il proprio pensiero.

E'cambiato poco o niente rispetto all’origine

L’attesa per gli emendamenti era tanta, soprattutto dopo le innumerevoli proposte di riforma delle pensioni arrivate da più parti. A dire il vero, grossi interventi non ce ne sono stati, anzi, possiamo dire che, per quanto riguarda il tema delle pensioni, tutto è rimasto fermo, o quasi, al 15 ottobre, data di nascita della manovra. Per opzione donna ci si aspettava un ampliamento della platea delle beneficiarie,almeno l’estensione alle nate nell’ultimo trimestre del 1958. Da questo punto di vista niente di fatto, l’estensione è stata rimandata e sarà condizionata dalla rimanenza di fondi tra quelli stanziati (2,5 miliardi) per il provvedimento. Per il capitolo esodati, stessa linea, rimandato a data da destinarsi e forse, ci si è rassegnatiall'idea di provvedere ad una ottava salvaguardia che, se ci sarà, sicuramente entrerà nella Legge di Stabilità per il 2017, una eternità per molti che già oggi sono in sofferenza.

Qualsiasi discorso sulla flessibilità in uscita, sulla necessità di cancellare la Legge Fornero è stata stoppata sul nascere. Per la riforma delle pensioni, l’idea di tutti era di rimandare ogni discorso al 2016, ad un decreto ad hoc da preparare ad anno in corso quando avranno più chiaro lo stato di salute delle casse pubbliche.

Ma allora cosa è stato fatto in Commissione?

Parliamoci chiaro, anche senza sognare interventi rivoluzionari, ci si aspettava di più sul capitolo pensioni. Non ci si puòaccontentare della cancellazione delle penalizzazioni per chi è andato in pensione anticipata prima del 1° gennaio 2015. Per carità, anche questo era un provvedimento atteso, che ha salvaguardato 25.000 lavoratori che erano andati in pensione negli anni 2012, 2013 e 2014 senza aver raggiunto i 62 anni di età.

Per questi però, più che una salvaguardia, si tratta di un atto dovuto perché a causa di una evidente svista da parte dei legislatori, erano stati tagliati fuori da un provvedimento di salvaguardia inserito nella Stabilità dell’anno scorso.

Altro intervento approvato è l’estensione della no tax area, cioè l’esenzione dalle tasse per i pensionati più poveri, quelli con pensioni inferiori ad 8.000 euro. Da registrare, inoltre, il congelamento dei conguagli dovuti per la deflazione, cioè di quei soldi percepiti in più da tutti i pensionati in previsione dell’aumento del costo della vita che non c’è stato. Per i lavoratori della scuola che stanno ricevendo la certificazione INPS che di fatto li rende pensionabili, c’è il via libera ad uscire dal lavoro e ad andare in pensione fin da subito, senza aspettare la fine dell’anno scolastico, con buona pace per i poveri studenti che rischiano di essere lasciati dai docenti ad anno in corso. In sintesi, piccoli e quasi impercettibili provvedimenti per un tema, quello delle pensioni, che avrebbe bisogno di un profondo restyling.