Il 2016 si aprirà con l’ennesimo mancato rinnovo del contratto dei dipendenti della Pubblica Amministrazione. In attesa che il Governo Renzi dia attuazione a quanto ordinato dalla Corte costituzionale che, con la sentenza dello scorso luglio, ha dichiarato illegittimo il blocco che dura ormai dal 2009, le risorse stanziate per incrementare gli stipendi dei lavoratori nella legge di Stabilità 2016 risultano oltremodo insufficienti.

Mancato rinnovo contratto dipendenti pubblici: dal 2010 perdita di quasi 3.000 euro

A fare i conti della perdita in busta paga degli statali è stata la Uil che ha calcolato una sottrazione media dello stipendio di circa 2.800 euro a testa.

Il calcolo, che ha interessato anche i comparti con il maggior numero di impiegati, la scuola e la sanità in primis, si è basato su un campione di statali che guadagnano, come stipendio base, circa 26 mila euro all’anno. Quasi tremila euro di perdita, dunque, che si sono accumulati dal 2010, anno in cui non sono stati più decisi incrementi di stipendio.

Del resto, i risultati della contrattazione sindacale sono stati assai deludenti: Antonio Foccillo, segretario confederale del sindacato, lamenta la mancanza di volontà del Governo di sedersi a un tavolo e discutere di aumenti. Già all’inizio del nuovo anno, assicura Foccillo, i sindacati daranno battaglia sul da farsi, soprattutto perché la perdita è progressiva.

Aumento stipendio statali nella Legge di Stabilità 2016: insufficienti i 300 milioni

Dalla seconda parte del 2015, infatti, il mancato guadagno degli statali è stato ancora più marcato e a nulla è servita la misura stanziata dal Governo nella legge di Stabilità di appena 300 milioni di euro da dividere per tutti gli statali.

A conti fatti si tratta di appena qualche euro in più al mese per ciascun dipendente pubblico, ma se la misura dovesse essere confermata anche per gli anni 2017 e 2018 a titolo di rinnovo del contratto, verranno a mancare le condizioni basilari per sottoscrivere l’intesa.

In particolare, secondo Foccillo, è necessario che la trattativa Governo-sindacati sia mirata a liberare il contratto decentrato, ovvero quello di secondo livello. In tal senso è importante che ciascuna amministrazione possa organizzare il lavoro dei propri dipendenti a seconda delle proprie esigenze organizzative, ma adottando dei criteri oggettivi.